Terrorismo, caccia a 21 tunisini sul barchino con Issaoui. Tunisia contro Italia: "Importate la jihad dei poveri"
L'attentatore-killer di Nizza, il 21enne Brahim Issaoui, "è venuto chiaramente in Francia per uccidere. E non da solo". Il ministro dell'Interno francese Gérald Darmanin spiega che ha intrapreso una lunga traversata da clandestino: dalla Tunisia in Italia, infine in Francia fino alla basilica di Nizza dove giovedì ha sgozzato due fedeli e il sacrestano. Intanto la polizia italiana sta cercando di scoprire se altri jihadisti, come Brahim, siano riusciti a fingersi migranti. Per questo gli inquirenti stanno cercando tutti i compagni di viaggio dell'assassino - erano 21 sulla barca arrivata a Lampedusa - per interrogarli.
"Erano in contatto". Nizza, il killer tunisino non era solo: secondo arresto
Gli ultimi allarmi dei Servizi italiani individuano ormai nella Tunisia una terra che esporta potenziali terroristi, tanto da aver consigliato a più riprese di monitorare gli sbarchi che partono da lì, più di altre zone del Maghreb. Secondo fonti del ministero dell'Interno tunisino citate ieri da Le Parisien, l'Italia importa "la jihad dei poveri". Per esportarla inconsapevolmente nel resto d'Europa. La polizia italiana sta cercando di rintracciare tutti i compagni di viaggio dell'assassino: i 21 sulla barca. Per interrogarli e ripercorrere il viaggio.