Papa Francesco, salta la testa del vescovo cinese non allineato al regime comunista: "Svendita a Pechino"
Dopo l’accordo stretto dal Vaticano con Pechino sono arrivate le dimissioni di monsignor Vincenzo Guo Xijin, uno degli alti prelati non sottomesso al regime comunista. “È la prova vivente del grande baratto, o meglio, della svendita dei prelati più fedeli - scrive Il Giornale nell’edizione odierna - una svendita che il Vaticano si prepara a sottoscrivere rinnovando per altri due anni l’accordo stretto con Pechino sulla nomina dei vescovi”. Monsignor Vincenzo era stato l’erede di James Xie Shiguang, considerato il vescovo “clandestino” per non essere mai sceso a patti con le autorità comuniste cinesi.
Lo stesso aveva fatto il suo successore, il cui ruolo è però stato sconvolto dalla firma dell’intesa provvisoria tra Cina e Vaticano per la nomina dei vescovi, risalente a settembre 2018. Da allora monsignor Vincenzo è stato retrocesso a vescovo ausiliario, mentre il Papa ha tolto la scomunica a Zhan Silu e lo ha promosso pastore ufficiale della comunità: secondo Il Giornale, per due anni Guo Xijin ha sperato che l’iniquità della decisione venisse cancellata assieme al resto degli accordi, ma quando ha capito che non c’era nulla da fare e che il Vaticano sarebbe andato avanti per la sua strada insieme al regime cinese, lui ha deciso di dimettersi. “Sono incompetente, non ho nessun talento, non sono al passo con l’epoca e non voglio essere ostacolo per il progresso”: così ha motivato la scelta di presentare le dimissioni. Un addio a dir poco polemico…