Beirut, parla l'italiano Stefano Baldini: "Come una bomba atomica, sangue ovunque"
Una tragedia quella di Beirut raccontata direttamente da un italiano. A parlare di quanto accaduto nella giornata di martedì 4 agosto è Stefano Baldini. Il 59enne agronomo di Prato è da due anni a Beirut per un progetto europeo. Qui ieri ha visto l'inferno: "Stavo lavorando al computer nel mio studio a meno di 400 metri dal luogo dell’esplosione - racconta al Corriere della Sera -. Ad un tratto ho sentito un boato terribile. Ho pensato a un’autobomba davanti al mio palazzo, poi a un terremoto. Ma mentre cercavo di capire i vetri delle finestre si sono sbriciolati e mi sono sentito sollevare da terra. L’onda d’urto mi ha scaraventato sulla parete opposta. Sono stato fortunato perché lo studio, un open space, è grande ed ero lontano dall’ingresso".
Nonostante Baldini possa definirsi fortunato, le ferite non mancano. L'uomo ha ammesso di aver visto "zampillare il sangue ovunque", ma era sicuro di essere tutto intero. "Beirut sembrava una città devastata da una bomba atomica. Ho visto palazzi sventrati, macerie da ogni parte". Un'esplosione fortissima che stando alle parole dell'esperto Danilo Coppe potrebbe essere stata causata da armamenti. Un'asserzione che può anche spiegare il forte boato sentito da Baldini.