Beirut, feriti due militari italiani: "Come Hiroshima e Nagasaki", si teme l'attentato
“Ciò che è successo a Beirut ricorda Hiroshima e Nagasaki, nulla di simile era mai accaduto in passato in Libano”. Lo ha dichiarato in lacrime il governatore della capitale libanese, Marwan Abboud. Ancora non è stata stabilita l’entità dei danni procurati dalle due esplosioni che si sono verificate nella zona del porto: di sicuro quelli materiali sono ingenti, a giudicare da fumo e fiamme che ancora si alzano dal luogo del disastro. Tutti gli ospedali sono in allarme, si parla di centinaia di feriti, mentre le vittime certificate sarebbero almeno dieci ma il bilancio è probabilmente destinato a salire: tra macerie e case distrutte, sono già molto lunghe le code all’esterno degli ospedali, dove le persone insanguinate e con traumi vengono messe in attesa per far spazio ai feriti più gravi. Anche due militari italiani sono rimasti coinvolti nelle esplosioni, per fortuna non in maniera grave, mentre altri sono sotto osservazione perché in stato di choc. Intanto si indaga sulle ragioni delle esplosioni: non si esclude la pista che porta ad un attentato, ma per ora la versione più diffusa è quella del disastro innescato da alcune sostanze esplosive che si trovavano in un magazzino nella zona del porto.