Elisabetta, strappa l'erba e sogna i pony del cinema e della starlette I vizietti privati della Regina
"Nomen est omen", scriveva Plauto, per dire che nel nome c'è un segno del destino, un'indicazione che indica il sentiero delle nostre vite. Pensate alla regina Elisabetta II, in gioventù nota come Lilibeth: si appresta a superare in notorietà storica la prima Elisabetta, la figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena, quella che fece grande l'Inghilterra e Skakespeare oltre quattrocento anni fa. Appena uscita una monumentale biografia: La vita di una regina-Elizabeth The Queen (Fabbri Editore, pag.635, euro 20), best seller nelle classifiche del New York Times, che somiglia ad una Bibbia versione royal family. Per raccontarla con un linguaggio egregio che ingloba impeccabili maniere aristocratiche e tragedie di stampo elisabettiano, fatti, misfatti e gossip di sangue blu, ha provveduto la giornalista Sally Bedell Smith, firma di Vanity Fair, la più autorevole esperta mondiale di quanto avviene nei corridoi di Buckingham Palace, avendolo anche frequentato. Ragion per cui ci si chiede: perché proprio ora questa pubblicazione? Forse tira un'arietta di abdicazione, post pandemia, come qualcuno sussurra? Anche se ci riesce difficile immaginare che Elisabetta II rinunci a un possibile Giubileo di Platino nel 2022, per i settant' anni di regno, dopo aver festeggiato nel 2012 quello di Diamante (sessant' anni), con una poderosa sfilata della Royal Navy che risaliva il Tamigi. Il volume è di notevole sostanza, per appassionati di faccende reali e pure per i detrattori, ne emerge un ritratto di Elisabetta sostanzioso e divertente al tempo stesso, c'è la sovrana intransigente, severa, ma anche intuitiva, e la cornice di un'intimità familiare uguale a quella vissuta da ciascuno di noi. Ecco dove sta la differenza fra le due sovrane dall'identico nome: la prima Elisabetta si era votata all'Inghilterra, in solitudine, la seconda pure, con la differenza che nel progetto di lavoro ha inglobato anche la famiglia. Tutti insieme appassionatamente, non li ha mollati un attimo, quei congiunti fonte di felicità ma anche di notevoli rotture. Leggendo, ti rendi conto che attraverso la sua figura si sta raccontando quasi un secolo di storia. Lilibet è la classica sorella maggiore che si interessava della più piccola Margaret, con la quale usciva qualche volta insieme alla tata per fare compere in incognito, salendo sulla metro. E quelle lo faranno anche da ragazzine, alla fine del conflitto mondiale, uscendo nella notte per festeggiare. Ma Lilibet saprà usare anche il pugno di ferro quando Margaret si innamora di Peter Towsend, eroe di guerra, e le impedirà di sposarlo perché era un divorziato. Ha rovinato la vita della sorella, ma la ragione di stato vincerà sempre su tutto. E sta in questo frullato tra regalità e vita da "signora qualunque" l'abilità dell'autrice. Che "mixa" regole dinastiche e divergenze in tema bellico (guerra delle Falkland) con Margaret Thatcher primo ministro che a volte irritava la regina anche sul piano della seduzione d'immagine internazionale con altri potenti della terra, Ronald Reagan fu affascinato da entrambe. Intorno aleggiano gli affari di passione e sesso che coinvolgono l'intera famiglia. Si intuisce che l'unione felice di Elisabetta con Filippo, del quale si era innamorata a tredici anni, è stata frutto anche di un incontro "giusto" a letto, a parte il fatto che lui la tradiva ma lei sopportava, perché allora le mogli anche aristocratiche si adeguavano. Per questo riuscì a superare anche la morte di Diana (che in quanto a sesso, in compagnia della cognata Sarah Ferguson, quella che succhiava l'alluce dell'amante) non scherzava affatto. E andò oltre l'annus orribilis completato dall'incendio al castello di Windsor nel Berkshire, riabilitò la solidità dell'apparato monarchico giocando la carta felice del matrimonio di William con Catherine Middleton, e oggi nel senso di garanzia dinastica ad oltranza ha tirato un respiro di sollievo, facendosi spesso fotografare con i tre diretti eredi al trono: il figlio Carlo, il nipote William, il bisnipotino George. Tripletta, sufficiente a garantire il trono per decine di anni.
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Tuttavia gli affari di letto hanno continuato a tormentarla, vedi il principe Andrea sparito dalla scena causa pesanti problemi con minorenni, ed Harry, innamorato perso di Meghan che per lei ha lasciato il nido regale. Nonna Lilibet non si è smentita nel caratterino: pur avendolo adorato, al nipotino di pelo rosso in fuga, ha detto "bene, arrangiati", chiudendo i cordoni della borsa. Da dove arriva tanta forza? L'autrice conferma che non ha mai abbandonato il rapporto con la natura, per sfogare i momenti di rabbia va a strappare le erbacce in giardino, oppure, sino a poco tempo fa prendeva la macchina (è un'abile meccanica) andando a farsi un giro sui tornanti in collina. Oppure monta ancora a cavallo, un amore mai finito. Degli adorati equini discuteva per ore con Churchill. E non ha mai smentito il potere dell'immaginazione: da bambina, in certi momenti si astraeva dagli altri, se le chiedevano perché non rispondeva, lei replicava: «Non potevo rispondere, in quel momento ero un pony». Fantasie che probabilmente coltiva ancora adesso.