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Gli studenti drogati sui banchiA Berlino antidoping a scuola

Allarme in Germania, dove un alunno su quattro usa il Ritalin: aumenta le capacità intellettive. E il Bundestag deve correre ai ripari
di Andrea Tempestini martedì 31 luglio 2012

3' di lettura

di Enzo Piergianni L’allarme è stato lanciato dal Bundestag: gli psicofarmaci hanno invaso le scuole tedesche. Ne fanno uso un po’ tutti, senza forti distinzioni tra i somari e i primi della classe. Non è soltanto la pillola dell’emergenza per farsi coraggio prima di un’interrogazione difficile. Ai più bravi può dare la carica supplementare di brillantezza  per meritarsi i voti con tanto di lode. Per la mancanza di adeguati controlli e con la complicità dei genitori, che altrimenti i ragazzi assai difficilmente potrebbero accedere a certi elisir farmaceutici,  il consumo “scolastico”  sta diventando un doping di massa. Dalle ultime audizioni della Commissione Sanità del Bundestag  risulta che «quasi uno scolaro su quattro» ha assunto psicofarmaci nel corso della sua vita sui banchi di scuola. «Dobbiamo assolutamente fare crescere nell’opinione pubblica la consapevolezza che i farmaci non vanno presi per fare aumentare le prestazioni intellettuali», è la parola d’ordine della deputata Stefanie Vogelsang, democristiana della Cdu. La Commissione, su questo versante, lavora anche a porte chiuse, a dimostrazione della gravità del problema. Ragazzi iperattivi Nel mirino dei commissari del Bundestag spiccano i medicinali a base di metilfenidato (Mph) che è un analogo delle anfetamine, stimola il sistema nervoso centrale e viene somministrato anche ai bambini  nel trattamento nei disturbi da deficit dell’attenzione e iperattività. Il più venduto in Germania è il Ritalin (dal 2007 in commercio anche in Italia). Fu sintetizzato per la prima volta nel 1944 dallo scienziato svizzero Leandro Panizzon, che era alla ricerca di qualcosa che potesse migliorare la concentrazione della moglie Rita nelle partite di tennis. Lui stesso fece da cavia alla propria scoperta, che poi  battezzò col nome della consorte. Lanciato sul mercato nel 1954 dalla Ciba, il Ritalin diventò ben presto un cavallo vincente della società farmaceutica di Basilea. Le sue vendite in Germania sono cresciute vertiginosamente dai 35 chilogrammi nel 1993 alle 1,7 tonnellate nel 2009 (ultimo dato comunicato dalla Commissione). È obbligatoria la prescrizione medica, ma finora si è stati molto di manica larga. Oltretutto, attraverso siti compiacenti su internet, si possono aggirare le farmacie tedesche ordinando direttamente all’estero con la carta di credito.  «Occorre riflettere sulla necessità di inasprire l’obbligo di motivazione della ricetta – avverte il deputato Harald Terpe, rappresentante dei Verdi nella Commissione – In alcuni paesi scandinavi hanno avuto buoni risultati su questa strada». Abisso della droga Il fatto è che il Ritalin e similari dovrebbero essere utilizzati  per curare mancanza di concentrazione e iperattività nell’infanzia, ma ormai se ne abusa largamente come tonico  dell’intelligenza. Al punto che gli specialisti, non solamente in Germania, parlano apertamente di «doping del cervello» e di «cervelloni artificiali».  E questo doping, troppo spesso, si rivela poi il primo passo dei giovanissimi verso l’abisso della droga. Franz Horst Wimmer, specialista anti-droga della questura di Fürth, ha scritto un best seller sulla trappola degli psicofarmaci che porta alla  tossicodipendenza dei minorenni. Con la conseguenza che così si verifica un danno non di rado irreparabile, dopo la beffa di un vantaggio quasi sempre mancato. Già, perché gli esperti su un punto sono tutti d’accordo: alla lunga gli psicofarmaci  non  aumentano il profitto a scuola. In genere lo fanno peggiorare.

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