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La Germania contro mezzo mondo:"Volete rubare i nostri soldi"

La Bild detta la linea alla Merkel in vista del G20: "Non mollare la linea del rigore". I quotidiani in coro: "No agli eurobond"
di Andrea Tempestini domenica 24 giugno 2012

La cancelliera "culona" vista da Benny

3' di lettura

  Tutto pronto per il G20 messicano. Monti, Obama, Merkel, Hollande, Rajoy, Van Rompuy, Barroso e gli altri potenti del mondo si radunano per parlare - soprattutto - di Grecia, di crescita e futuro (incerto) dell'euro. Il premier italiano si mostra ottimista e sostiene che qualcosa si stia muovendo, lascia intendere che la Germania potrebbe ammorbidire le sue posizioni: "Il G20 deve ancora iniziare - ha spiegato il presidente del Consiglio -, conoscete le dinamiche interne all'Ue, ma credo che le prospettive si stiano avvicinando".  "Vogliono i nostri soldi" - In questo contesto arriva il monito della Bild, il quotidiano più venduto d'Europa, che per una volta lascia perdere il gossip e le notizie pruriginose per mandare con la sua lettissima prima pagina un messaggio alla cancelliera Angela Merkel. "Questi cinque vogliono i nostri soldi", il titolo che accompagna un fotomontaggio che raggruppa Monti, Barroso, Rajoy, Hollande e Obama. Un netto invito a non mollare la linea del rigore in vista del G20: la stampa tedesca chiede alla Merkel di tenere stretti i cordoni della Borsa. I toni utilizzati dalla Bild sono quasi offensivi. Il quotidiano spiega che tutti sarebbero "coalizzati" per affondare le mani nelle tasche dei contribuenti tedeschi con la richiesta di ulteriori aiuti nella crisi dell'Euro. Secondo il tabloid, la Spagna "sta nei guai ancora peggio dell'Italia, il bilancio delle riforme di Rajoy è magro, per questo vuole presto gli eurobond, una garanzia totale per i nuovi debiti". Le critiche ai leader - Quindi l'affondo contro Obama, che vuole un programma congiunturale per l'Europa che faccia anche crescere l'economia Usa, ma "a pagarlo deve essere la Germania, chiamata a garantire maggiormente anche per l'euro". Poi gli insulti a Barroso, definito il "megafono" dei paesi di euorolandia che chiedono "più soldi e impegno alla Germania". Nel mirino ci finisce anche Hollande, che eserciterebbe pressioni su Berlino motivate "dall'annuncio dell'annullamento di molte riforme, come quella sulle pensioni, ma ciò farebbe soffrire la fiducia nella solvibilità francese e renderebbe sempre più caro il nuovo accesso al credito". L'Italia nel mirino - Quindi la dura e approfondita persa di posizione contro l'Italia, dove Monti ha pur "coraggiosamente iniziato a fare riforme e tagli, ma adesso dovrebbe continuare". Secondo la Bild "l'appoggio a Monti nella popolazione scema, i sindacati si mobilitano e l'economia non cresce". Il risultato? Il professore "vuole gli eurobond, a garantire i quali tocca soprattutto alla Germania, perché altrimenti l'Italia non più finanziarsi. Fino al 2014 - prosegue il quotidiano - il Paese ha bisogno di 670 miliardi di euro di nuovi crediti per pagare i vecchi". Secondo la Bild, l'arma in mano all'Italia è il fatto di essere "troppo grande per il fondo salvastati, mentre un fallimento del Paese frantumerebbe l'euro". "No agli eurobond" - Ma è l'intera stampa tedesca, compatta, a prendere posizione contro l'ipotesi di un allentamento dei cordoni della borsa. Anche la Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz) spara ad alzo zero contro i "dannosi eurobill", gli eurobond a scadenza limitata legati a una percentuale del pil, che secondo il Der Spiegel verranno proposti nel corso della settimana da Barroso, Van Rompuy, Juncker e Draghi. "Per gli europei di professione a Bruxelles ed altrove, la pressione internazionale arriva a puntino", scrive la Faz, con il risultato che "per spezzare duramente la resistenza tedesca" si sta pensando a questo nuovo strumento monetario, gli eurobill. La conclusione del quotidiano è sempre la stessa: "Gli Stati economicamente virtuosi dovrebbero garantire con la loro buona reputazione per gli errori degli altri, minando gli incentivi per una salutare politica finanziaria". Dunque, per impedire che si arrivi a tanto, conclude la Faz, "il cancelliere tedesco deve decisamente dire di no".  

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