Washington, 24 set. (Adnkronos/Washington Post) - Si prospettano anni difficili per i predatori degli oceani. Nei prossimi anni balene, squali, tartarughe e altre specie dovranno vedersela con una nuova selezione naturale provocata dai cambiamenti climatici. Secondo uno studio firmato da 11 ricercatori americani e canadesi, pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, entro novant'anni i predatori marini potrebbero essere costretti a rinunciare fino al 35% del loro habitat. "Ogni anno dovranno spingersi sempre piu' lontano solo per cercare da mangiare", ha spiegato Elliott Hazen, a capo del gruppo di ricerca. Le analisi hanno dimostrato che entro il 2100 le temperature medie potrebbero aumentare da 1,8 fino a 10,8 gradi. Ma non per tutte le specie le prospettive sono poi cosi' negative. I tonni, ad esempio, proprio grazia alla velocita' con cui riescono a spostarsi, potrebbero invece essere addirittura agevolati nella ricerca di cibo. La Zona di transizione dell'Oceano Pacifico settentrionale, le cui gelide acque si mischieranno con quelle piu' calde, verra' modificata radicalmente, spostandosi fino a quasi mille chilometri piu' a nord. In base alla ricerca, questo spostamento, che si estenderebbe dalla California al Giappone, provocherebbe la perdita di diverse specie animali, anche fino al 20%. In compenso, pero', le correnti californiane, che si trovano lungo la costa dell'America del Nord, non verranno alterate.