Putin ruba l'anello del Super Bowl ma il Cremlino ribatte: "Era un regalo"

L'episodio risale al 2005, durante la visita di un magnate della Nfl in Russia. Il Cremlino difende il presidente
di Marta Macchidomenica 23 giugno 2013
Putin ruba l'anello del Super Bowl ma il Cremlino ribatte: "Era un regalo"
2' di lettura

Vladimir Putin, signore degli anelli o meglio dell'anello. Il premier russo "ha rubato" il prezioso sigillo del Super Bowl. Il Cremlino rigetta le accuse ma l'imbarazzo resta. A rendere noto "il furto" è il magnate statunitense Robert Kraft, presidente della squadra di Nfl New England Patriots, che rivela come - durante una sua visita ufficiale a San Pietroburgo - Putin si appropriò dell'anello del potere. Un gioiello senza prezzo, da porre in bella vista per ricordare a chi guarda che si è stati vincitori del trofeo più importante: il Super Bowl appunto. Un anello tempestato da 124 diamanti da cinque carati, per un valore pari a 25mila dollari. Il fattaccio - L'episodio risale al lontano 2005 ma solo adesso Robert Kraft ha deciso di rendere nota la sua storia al New York Post. Il magnate, in visita in Russia, incontrò Putin e mostrò il prezioso anello al presidente che, estasiato, lo provò e alla fine pensando fosse un regalo - con molta nonchalance - se lo intascò. Kraft ricorda: "Lo indossò e poi disse: "Con questo anello posso uccidere qualcuno". Allungai la mano per riaverlo ma il presidente se lo mise disinvoltamente in tasca, tre uomini del Kgb lo circondarono e poi se ne andarono". Semplice misunderstanding o scandalo diplomatico? L'errore - Il Cremlino adesso però deve difendersi dall'accusa di "furto" di quell'anello numero 42. Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, però si dice sorpreso: "Quello che dice adesso il signor Kraft è molto strano. Ero a 20 centimetri da lui e Putin: ho visto e sentito Kraft consegnare l'anello come un gentile omaggio". Ora, il "gentile omaggio"  risiede, insieme ad altri doni di Stato, nella biblioteca del Cremlino. L'America - I New England Patriots hanno preferito tacere sulla questione e persino la Casa Bianca non ha voluto commentare. Kraft ricorda come, una volta rientrato in patria, abbia tentato di riavere indietro il prezioso cimelio rivolgendosi all'ex presidente Bush che però suggerì al magnate di lasciar perdere in nome delle relazioni internazionali tra i due Paesi e Kraft, da buon "patriota", ubbidì.