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Caso Ablyazov: quattro funzionari rischiano il posto

di Sebastiano Solano domenica 21 luglio 2013

2' di lettura

La storia dell'espulsione di Alma Shalabayeya, moglie del dissidente kazako Andrian Yelemessov, rischia di travolgere l'esecutivo. A ben guardare, però, più che il ministero dell'Interno Angelino Alfano, sono i funzionari che si sono occupati materialmente della vicenda ad essere sulla graticola e a rischiare il posto. D'altronde Enrico Letta è stato chiaro: "Chi ha sbagliato deve pagare", ha dichiarato. Premesso che Emma Bonino non poteva agire altrimenti, poiché non competente sulle espulsioni, come rivela il Corriere della Sera, sono sempre più consistenti le indicazioni secondo le quali nemmeno Alfano fosse al corrente della vicenda.  I 4 funzionari sotto 'preocesso' - Intanto il fascicolo è passato nelle mani del capo della Polizia Alessandro Pansa, che ha il compito di accertare le eventuali responsabilità della catena di comando. Il giallo dell'espulsione della Shalabayeya dovrebbe essere definitivamente risolto tra un paio di giorni. A rischiare il posto sono il capo di gabinetto del ministro dell'Interno, Giuseppe Procaccini, che incontrò l'amabsciatore kazako e diede il via al blitz nella villletta di Casal Palocco. Nella stessa situazione si trova Alessandro Valeri, responsabile segreteria di Pansa. Sotto la lente d'ingrandimento c'è poi il comportamento del questore di Roma Fulvio Della Rocca e, infine, il funzionario che materialmente ha apposto la firma sul decreto d'espulsione.  Alfano: "Lo seppi dalla Bonino" - Il 27 maggio Procaccini, dopo aver ricevuto la richiesta d'arresto da parte dell'amabsciatore kazako, affida il caso al prefetto Valeri. Ad Alfano, riferiscono fonti del ministero dell'Interno, fu detto che si trattava, genericamente, di un latitante. Tesi sostenuta dallo stesso Alfano che, da giorni, ribadisce come "fu Emma Bonino ad informarmi dell'avvenuta espulsione della signora Shalabayeva e io chiesi subito chiarimenti a Pansa", che a sua volta, a danno compiuto (cioè il 3 giugno), sollecita una relazione del questore. La posizione più delicata è proprio quella del questore Della Rocca, a cui viene contestata la gestione dell'intera operazione, accusa da cui si difende affermando mettendo sul piatto alcune note dell'Interpol che evidenziano come sulla testa di Ablyazov pendesse una mandato di cattura internazionale.  Perché poteva non sapere - A scagionare Alfano è, indirettamente, lo stesso Valeri, a cui come detto fu affidata da Pansa l'intera pratica, che spiega come la procedura sia partita dal Gabinetto del ministro dell'Interno, per cui non necessariamente Alfano ne fosse al corrente. Insomma, l'intera catena di comando che ha portato all'espulsione della Shalabayeya rischia di saltare. Dal canto suo, Alfano si dice sereno: "Io ho chiesto una relazione in tempi rapidissimi al capo della Polizia — ha spiegato ieri Alfano ai collaboratori — e in base a quella ricostruzione dei fatti agirò. Voglio parlare con le decisioni". E ha concluso: "Appena informato - assicura Alfano - ho compiuto i passi necessari per avere la certezza che la signora fosse al sicuro. Il nostro scopo è farla tornare in Italia". 

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