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Svizzera, le battute razziste del sindaco di Berna: "Italiani bassi e scansafatiche"

Il borgomastro partecipa a un cabaret e racconta barzellette che prendono di mira gli italiani: il repertorio va dalle madri premurose ai napoletani pigri
di Roberto Procaccini domenica 29 dicembre 2013

1' di lettura

Gli italiani sono bassi "perché le loro madri raccomandano loro di non crescere, altrimenti devono cercarsi un lavoro", mentre i napoletani (ma, per estensione, tutti i meridionali) non possono svolgere più di un mestiere "perché a stento ne vogliono fare uno". Sono le battute di stampo razzista che il sindaco socialista di Berna, Alexander Tschäppät, ha destinato al pubblico del cabaret itinerante Das Zelt - Comedy Club, rimestando nel sentimento anti-italiano che dalle grandi stagioni dell'emigrazioni post-bellica anima la confederazione elvetica. A riportare all'opinione pubblica le barzellette snocciolate dal primo cittadino della capitale svizzera è stato il quotidiano TagesAnzeiger. Ma non si può dire che Tschäppät si sia imbarazzato più di tanto: "Non ho intenzione di commentare le attute della mia esibizione comica - ha detto - se dovessi avere offeso i sentimenti di alcune persone, esprimo in questo caso rammarico". E dire che sono 300mila i cittadini con doppio passaporto italiano e svizzero, il 16 per cento gli elvetici di origini tricolore (un sesto della popolazione elvetica) e 60mila i transfrontalieri che ogni giorno attraversano il confine di Chiasso per andare a lavorare in uno dei quattro cantoni della Confederazione. Insomma, chi si può offendere assomma a più di "alcune persone". Dell'autogol del collega di partito si sono resi conti diversi deputati socialisti come Corrado Pardini e Peter Vollmer, che temendo contraccolpi elettorali in vista delle prossime Europee corrono a prendere le distanze.

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