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Consiglio Europeo, Letta: "all'Italia 1,5 miliardi per il lavoro"

Letta: "Ora le imprese non hanno più scuse". La Merkel frena: "Non possiamo accontare tutti"
di Ignazio Stagno domenica 30 giugno 2013

3' di lettura

L'Europa ci dà una mano per affrontare l'emergenza lavoro. Dal fondo europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile arriveranno all'Italia un miliardo e mezzo di euro. E' questo il risultato raggiunto dal premier Enrico Letta dopo la conclusione del Consiglio Europeo a Bruxelles. "Ci saranno 3 miliardi in più a disposizione per il fondo, che arriverà così a una disponibilità di 9 miliardi. Adesso sta alle imprese, le imprese non hanno alibi, possono assumere giovani con una forte defiscalizzazione, ovviamente a tempo indeterminato", ha affermato Letta durante la conferenza stampa. E ha aggiunto: "Sul lavoro bisogna rifuggire da aspettative eccessive. Abbiamo ottenuto buoni risultati perché abbiamo individuato l'obiettivo, siamo stati credibili avendo presentato un piano nazionale rimanendo dentro l'obiettivo di bilancio, senza sfasciare i conti pubblici".  La Merkel frena - Del piano per la disoccupazione ha parlato anche la Cancelliera tedesca Angela Merkel che tira un pò il freno a mano: "Non saremo in grado di fare un'offerta a tutti. Non bisogna creare false attese, o ci sarà delusione. Ho vissuto la riunificazione della Germania e so cos'è la disoccupazione - ha aggiunto -. Si tratta di un processo a lungo termine, che deve essere perseguito passo dopo passo e sottoposto a costante revisione". Più potere a chi investe - Poi Letta ha anche parlato della Bei, la banca d'investimenti europea, che secondo il premier deve essere protagonista dei programmi economici dei singoli stati: "La Bei deve essere rafforzata ed essere il braccio per l'economia reale ed anche per proteggere la Bce, verso la quale, in alcuni paesi, c'è un'attenzione morbosa rispetto ad un ruolo di protagonismo di Eurotower". Infine Letta ha parlato anche di Ecofin sminuendone il ruolo. "Non è più il cuore dell'Europa, cominciano a contare di più le persone e si è dimostrato che l'Europa non è più uno strumento finanziario, non sono solo i ministri delle Finanze che decidono", ha affermato il premier. Bordata a Grillo e mano tesa al Cav - Infine Letta continua a distanza il suo personale duello con Beppe Grillo che ha criticato le misure sul lavoro varate dal governo: "Sulle misure adottate dal governo con il decreto sul lavoro - ha detto Letta - un sito autorevole, appena uscita la notizia dal Consiglio dei ministri ha dato una notizia falsa dicendo che c'era bisogno di avere tutte le condizioni unite per ottenere gli sgravi. Questa notizia falsa, girata mercoledì ha messo sulla strada sbagliata l'informazione. Questo è stato molto negativo e ha dato a intendere una cosa che poteva finire in vacca". Insomma il braccio di ferro con Beppe prosegue. E Grillo dopo le consultazioni tragicomiche con Lombardi e Crimi, ha trovato in Letta un osso duro che gli tiene testa. E su Berlusconi il premier non teme sgambetti del Pdl al governo: "La questione delle possibili influenze di vicende giudiziarie di Berlusconi sulla tenuta del governo, sono sicuro che non ci saranno influenze di questo genere. Quelli di Berlusconi e del Pdl sono stimoli positivi che ci rendono ancora più forti e determinati ad andare avanti". (I.S.)

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