Carles Puigdemont si è reso responsabile di una "disobbedienza ribelle, sistematica e consapevole" degli obblighi previsti dalla Costituzione e ha "gravemente attentato" all’interesse generale dello Stato. Lo afferma il governo spagnolo nelle motivazioni per la richiesta di attivazione dell'articolo 155 della Costituzione, sottoposta all'esame del Consiglio dei Ministri straordinario di sabato 21 ottobre. L'esecutivo spagnolo si appresta a definire le misure con le quali intervenire in Catalogna per "ripristinare la legalità" nella regione autonoma. Le decisioni adottate dovranno superare il vaglio del Senato nella seduta del 27 ottobre, la cui approvazione, data per scontata dal momento che il Partito Popolare del primo ministro Mariano Rajoy ha la maggioranza assoluta, renderà esecutive le misure proposte. In base all'articolo 155 il governo di Madrid può chiedere al presidente catalano di restaurare la legalità attraverso un documento che indichi i provvedimenti con i quali risolvere le violazioni di legge riscontrate. Documento che Puigdemont non ha inviato. Il presidente della Catalogna ha invece minacciato, in risposta all'ultimatum di Madrid del 10 ottobre, di far votare la dichiarazione formale di indipendenza dal parlamento catalano qualora il governo centrale non fosse disposto al dialogo. Eventualità che potrebbe avvenire già questo fine settimana, in una seduta straordinaria. Il governo catalano ha tempo fino al 27 ottobre, quando il Senato dovrà approvare le misure delineate dal governo. L'articolo 155 non contempla la possibilità di sciogliere la Generalitat (il sistema istituzionale catalano), ma di assumere alcune funzioni. Madrid avrebbe libertà di scelta su quali competenze esercitare. Dal fisco all'ordine pubblico, fino a interrompere i trasferimenti statali. "L'articolo 155 "ha dichiarato Rajoy,"non implica la sospensione dell'autonomia catalana ma la restaurazione della legalità nell'autonomia". Madrid nei giorni scorsi aveva tentato di risolvere la crisi invitando il governo catalano ad indire elezioni anticipate per evitare il commissariamento e restaurare l'autogoverno, ottenendo un secco rifiuto. Il 20 ottobre c'è stato l'intervento di Re Felipe VI che ha bollato come "tentativo inaccettabile di secessione" il referendum sull'indipendenza del primo ottobre. Sabato pomeriggio ci sarà una manifestazione a Barcellona a favore della secessione indetta dal Cup, la sinistra indipendentista catalana. Nel frattempo Madrid si tutela anche sul piano giuridico. La Procura generale dello Stato spagnolo ha già pronto il testo dell'accusa per "ribellione" che presenterà contro Puigdemont se nei prossimi giorni sarà dichiarata l’indipendenza. Il presidente della Catalogna rischia fino a trent'anni di reclusione.