Nel tratto dell'Oceano Indiano, dove si presume si sia inabissato il volo MH370 della Malaysia Airlines, proseguono le ricerche del relitto. Le più recenti immagini riprese dai satelliti francesi mostrano 122 nuovi oggetti galleggianti che, almeno in parte, potrebbero appartenere alla carcassa del Boeing 777. La notizia è stata riferita Hishammuddin Hussein, ministro della Difesa malese con interim ai Trasporti. Nuovi ritrovamenti - Gli oggetti sono stati individuati in un settore dell’Oceano Indiano centro-meridionale 2.560 chilometri a sud-ovest di Perth, capitale dello Stato federato dell’Australia Occidentale, e la cui ampiezza è di circa 400 chilometri quadrati. Le dimensioni variano da una lunghezza di appena un metro fino a 23 e, come ha spiegato il ministro, "alcuni paiono brillare, indizio del fatto che potrebbero essere costituiti da materiali solidi". Il proseguo delle ricerche, d'altra parte, si preannuncia particolarmente complesso per l'asperità del luogo: "Conosciamo molto meglio la superficie della Luna", ha ammesso l'oceanografo dell'Università di Reading David Ferreira. I famigliari dei passeggeri - Nel frattempo i parenti delle 239 vittime si preparano a partire alla volta di Perth, città australiana divenuta la base delle ricerche. Il governo australiano ha accettato di esentare i familiari dei passeggeri dal costo dei visti e ha assicurato che continuerà a destinare mezzi e risorse alle ricerche per arrivare a scoprire la verità sull'incidente: "Come governo statale faremo il possibile per rendere la loro visita più piacevole e serena nelle circostanze. Li ospiteremo e ci prenderemo cura di loro", ha inoltre rassicurato Il premier dell'Australia Occidentale Colin Barnett.