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Uzbekistan, la storia della cantante GooGoosha: da figlia prediletta del dittatore a prigioniera maltrattata

di Serena Cirini sabato 26 aprile 2014

2' di lettura

Era la figlia prediletta del dittatore uzbeko. Una carriera da cantante pop in ascesa, una bellezza da copertina, abiti griffati e privilegi di ogni sorta: tutta la fortuna di GooGoosha, 42 anni, si è dissolta nel giro di poco tempo. È bastata una lite con la madre e la sorella a metterla in cattiva a luce agli occhi del padre, il presidente padrone Karimov accusato di stragi dagli oppositori internazionali. L'uomo, ritenendo di non potersi più fidare dell'amata primogenita, l'ha fatta segregare in casa insieme alla figlia, negandole la possibilità di uscire e comunicare col mondo. A Gulnara Karimova, questo il suo vero nome, non resta che affidare la usa disperazione a qualche cinguettio postato di tanto in tanto sul suo profilo Twitter. Nessuno, però, tra gli abitanti della repubblica asiatica, sembra preoccuparsi per la sua situazione.  A raccontare la storia di questa donna è un articolo pubblicato sul Venerdì di Repubblica. La sorte ha riservato a Gulnara, inizialmente indicata come possibile succeditrice del padre, un amaro destino. Da pupilla viziata e coccolata, GooGoosha si è trasformata in una vittima indifesa che, quasi ogni giorno, si trova costretta a subire i maltrattamenti dei suoi aguzzini. Il popolo, nonostante questo, non riesce a perdonarle quel passato di connivenza col regime. Sono in molti, tra i cittadini uzbeki, a rimproverarla per non aver mai condannato i soprusi del padre. E anche ora che quell'efferata violenza si è abbattuta su di lei, in molti restano indifferenti al dramma che sta vivendo. "In questo Paese la Verità non ha diritto di cittadinanza", scrive lei sui social network. "Troppo tardi", le risponde cinicamente qualcuno.

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