Crisi diplomatica tra Israele e Italia, Francia e Gran Bretagna. Il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lierberman ha convocato gli ambasciatori dei tre Paesi per "sottolineare loro che una costante presa di posizione contro Israele e a favore dei palestinesi è inaccettabile". Nei giorni scorsi era stata l'Unione europea a convocare gli ambasciatori israeliani per protestare contro la costruzione di 1.800 nuove case negli insediamenti israeliani in Cisgiordania, giudicati "illegittimi" anche dal Segretario di Stato americano, John Kerry. La tensione a Gerusalemme sta raggiungendo i livelli di guardia. Il premier Benjamin Netanyahu ha accusato la Ue di ipocrisia: "Convoca i nostri ambasciatori a causa della costruzione di poche case? Quando sono stati convocati gli ambasciatori palestinesi per l'incitamento alla distruzione di Israele? E' ora di finirla con questa ipocrisia. Questo squilibrio non favorisce la pace". Lo "sgarbo" della Boldrini - Ad alimentare la diffidenza è stato anche l'imbarazzante precedente dei funerali dell'ex premier Ariel Sharon, cui non hanno partecipato i capi di stato esteri a differenza di quanto capitato con Nelson Mandela. Per l'Italia era presente solo il viceministro degli Esteri Marta Dassù, mentre ha fatto storcere il naso a molti la scelta del presidente della Camera Laura Boldrini, assente. Volata in Sudafrica per Madiba, la Boldrini in questo caso ha preferito non anticipare il suo aereo già prenotato per Gerusalemme, dove ha fatto doppia tappa incontrando le autorità israeliane e palestinesi. Risultato: la sepoltura di Sharon si è conclusa lo scorso 13 gennaio intorno alle 14.30, nel deserto del Negev. Più o meno in quegli stessi minuti, l'aereo della Boldrini stava sorvolando i cieli israeliani per atterrare da lì a poco. Questione di tempismo, e di opportunità. Israele era già irritato con l'Italia, di sicuro il gesto della Boldrini non ha contribuito a rasserenare gli animi.