La Polonia, una terra di annessioni e spartizioni, ha visto sul proprio territorio moltissime tragedie e imprese. La nomina di Donald Tusk alla presidenza del consiglio europeo è un segnale chiaro che questo Paese torna in Europa da vincitore. Cone scrive il Corriere della Sera è oò "definitivo riconoscimento del peso specifico di un motore dell'economia e dell'integrazione europee, nella Ue dal 2004, nella Nato dal 1999. Un Paese che è riuscito, grazie a una "terapia choc" (e mantenendo la moneta nazionale) a dare un nuovo passo alla propria economia. Grazie a un piano radicale di riforme, privatizzazioni, e liberalizzazioni che ha catapultato l'economia pianificata nel regime di concorrenza. Con una previsione di crescita del Pil pari al 3,3%: la Polonia è l'unico paese dell'Unione europea ad aver attraversato la grande crisi cominciata nel 2008 senza conoscere la recessione. Il costo medio orario del lavoro è di 11 euro (di cui 2,5 di oneri sociali) contro i 24 (di cui 8 di oneri sociali) in Italia. La nomina di Tusk salito al governo con il partito liberale Piattaforma civica nel 2007, consolida la crescita di un Paese che vuole cambiare, non ferma la sua corsa ed è riuscito ad evitare la recessione.