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Putin: "Negoziati per uno stato autonomo nel sud est"

di Lucia Esposito domenica 7 settembre 2014

2' di lettura

 Il presidente russo, Vladimir Putin, ha accusato la leadership ucraina di essersi rifiutata di avviare negoziati diretti con i separatisti filo-russi delle regioni orientali. "L’attuale leadership a Kiev non vuole realizzare un negoziato politico sostanziale con l’est del Paese", ha denunciato il capo del Cremlino. Conversando con i giornalisti, Putin ha aggiunto che i separatisti stanno tentando di rintuzzare le truppe ucraine per impedire che queste ultime sparino contro i civili: "L’obiettivo dei miliziani è quello di respingere queste forze armate e la loro artiglieria in modo da non dar loro la possibilità di sparare su aree residenziali". Putin ha sottolineato che le forze ucraine "colpiscono direttamente i quartieri abitati dai civili e, sfortunatamente, molti Paesi, compresi quelli europei, preferiscono non sottolinearlo". Putin ha poi accusato Kiev di rifiutare il dialogo politico con le autorità dell’est dell’Ucraina". E poi ha sottolineato come, se vuole, può prendersi Kiev in due settimane.  L'intervista alla Mogherini - E poprio di Ucraina ha parlato Federica Mogherini  dopo la nomina ad Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza della Ue che, in un'intervista al Corriere della Sera, ha detto: "È interesse dell’Ucraina, dell’Europa e della Russia che la crisi abbia una soluzione politica e non una soluzione militare, che semplicemente non esiste. Ma ogni  volta che si sono gettate le premesse per un’intesa, gli sviluppi sul terreno l’hanno smentita. Putin non ha mai rispettato gli impegni presi in diversi contesti, a Ginevra, in Normandia, a Berlino. Ha  sprecato l’opportunità di dare una svolta, esercitando la sua influenza sui separatisti, in occasione dell’abbattimento dell’aereo malese. La distanza tra impegni e comportamenti concreti è stata enorme". Il ministro ha poi proseguito: "Ora c’è questo nuovo sviluppo che metterebbe ulteriormente in discussione l’integrità territoriale, la tenuta stessa del Paese. Per me in questa fase è essenziale sostenere il principio che un Paese possa scegliere l’opzione europea senza per questo danneggiare o minacciare la Russia. È una scelta positiva, quella della strada europea. E così dev’essere percepita. Con questa idea abbiamo costruito l’idea di partnership con Mosca. La diplomazia non ha alternative e le sanzioni sono uno degli strumenti a disposizione di questa politica. Ma devono far parte di una strategia complessiva, che forse a volte è mancata. Il punto è se l’efficacia che le sanzioni stanno dimostrando di avere sull’economia russa producano comportamenti razionali nella sua leadership. In questa fase il Cremlino agisce contro gli interessi del suo popolo"

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