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Turchia, il patto segreto coi tagliagole dell'Is per liberare 46 ostaggi: c'entra una donna...

di Andrea Tempestini domenica 28 settembre 2014

2' di lettura

C'è chi ha fatto un patto con il Diavolo. O meglio, con il Califfo Abu Bakr al-Baghdadi, il leader dello Stato islamico dell'Is. Chi ha siglato questo patto, dove entra anche la Siria, è la Turchia. La vicenda viene ricostruita con dovizia di particolari da Il Foglio, che parla dell'accordo di Ankara con i tagliagole per liberare il personale del suo consolato a Mosul, tenuto in ostaggio da giugno. Un complesso scambio di prigionieri, dove un ruolo decisivo è quello di una donna. Ma procediamo con ordine. Gli ostaggi - Da tre mesi i jihadisti avevno in mano 46 turchi e tre iracheni catturati dentro il consolato di Mosul durante la conquista della città. Un enorme "bottino umano" che forniva all'Is un altrettanto enorme potenziale ricattatorio. Anche per questo motivo la Turchia ha partecipato al summit in Arabia Saudita tra i paesi che stanno formando la coalizione di guerra contro il Califfo, così come ha partecipato alla conferenza di Parigi, sempre però da semplice osservatore esterno: Ankara ha messo in chiaro sin dal principio che non avrebbe partecipato ad alcun intervento militare, e che avrebbe negato l'uso delle basi aerei vicine alla Siria e all'Iraq. La donna dietro lo scambio - Lo scorso sabato, poco dopo l'alba, si è arrivati alla liberazione degli ostaggi, accolta in Turchia come un vero e proprio trionfo nazionale: le 49 persone (i 46 turchi e i 3 iracheni) sono stati rilasciati senza pagare un cent di riscatto (sul piatto, però, è stata messo parecchio). Il presidente turco Erdogan ha affermato che "la liberazione è stata il frutto di uno scambio politico e diplomatico". Ma dietro questo scambio c'è qualcosa in più. Come detto, c'è una donna. Il Foglio narra la vicenda di Haji Bakr, uno dei personaggi più importanti dello Stato Islamico, l'uomo che affidò il movimento ad al-Baghadadi (dopo la morte del fondatore, Abu Omar al-Baghdadi), di cui divenne consigliere e vice, e che è stato ucciso dai ribelli siriani lo scorso 5 gennaio. Scambio "trilaterale" - Quando Haji Bakr fu ucciso i ribelli siriani presero in ostaggio la moglie. Ed è proprio lei il "tassello" decisivo per l'accordo strappato dalla Turchia. I ribelli siriani, infatti, consideravano la donna un ostaggio di grande valore, tanto che il comandante militare dell'Is, Omar il Ceceno, in ogni negoziato avanzava la richiesta della sua liberazione. I jihadisti, infatti, temevano che lei potesse parlare fornendo particolari importanti sulla rete islamista. Ma sabato, insieme ai turchi, la donna è stata liberata: i ribelli siriani, infatti, non hanno potuto opporsi alla richiesta richiesta piovuta dalla Turchia, che controlla la frontiera di Damasco. Dunque, per riavere i 46 connazionali, la Turchia ha "offerto" all'Is la moglie di uno dei loro defunti leader, e in parallelo, ad oggi, ha rifiutato ogni tipo di intervento militare. Secondo le indiscrezioni, sarebbe stato Abu Bakr al-Baghdadi in persona a dare il definitivo ok allo scambio trilaterale tra Turchia, Is e Siria.

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