La scomparsa del Boeing 777 resta avvolta dal mistero. Dopo l'ipotesi dell'attentato, ormai decaduta, si fa strada la pista del dirottamento. Gli ultimi accertamenti, infatti, hanno rivelato che il volo della Malaysia Airlines è rimasto in volo per sette ore dopo aver abbandonato la rotta prevista per virare verso Ovest. Cosa è successo a bordo del velivolo e, soprattutto, perché nessun radar civile è riuscito a intercettarlo in tutto quel tempo? Un dirottatore esperto - Sulla vicenda restano ancora aperti molti interrogativi. È, però, sicuro che le 239 persone a bordo del volo sono finite in balia di un dirottatore: un professionista della pirateria dei cieli che, come riportato dall'Agenzia Nuova Cina, "ha volontariamente cambiato la rotta del velivolo della e interrotto le comunicazioni". A confermarlo è un funzionario del governo malese che ha definito questa conclusione come "definitiva", pur riconoscendo che le cause del dirottamento "devono ancora essere stabilite". Nuove ricerche - L'aereo, dunque, non è esploso mentre si trovava a sorvolare i cieli del Vietnam: ecco perché nel Mar cinese meridionale non è stato ritrovato alcun resto del relitto. Il Boeing, secondo quanto annunciato dal premier malese Najib RazaNaji, potrebbe aver percorso 1600 chilometri dopo la deviazione "volontaria" della rotta. Resta da capire verso dove si sia diretto, prima di sparire nel nulla. Al momento, gli investigatori stanno vagliando due tracce: una che porta a nord verso il Kazakhstan e l’altra che punta a sud verso l’Indonesia e poi l’India. Resta, inoltre, da chiarire l'identità dei dirottatori.