Arance e funghi, nuove vittime di Vladimir Putin

di Andrea Tempestinidomenica 21 settembre 2014
Arance e funghi, nuove vittime di Vladimir Putin
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Fuori i funghi e i frutti di bosco, dentro arance, clementine e mandarini. La commissione ha approvato il nuovo regolamento europeo che stanzia la seconda tranche di fondi agli agricoltori colpiti dall’embargo russo. Il testo è praticamente definitivo ma ci vorrà qualche giorno perché venga pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Ue. Per ora non è nota l’entità del nuovo stanziamento. Il tam tam degli ambienti vicini all’Eurogoverno parla di una cifra vicina a quella stanziata due mesi or sono: 125 milioni di euro. Soldi che, purtroppo per i nostri produttori agricoli, rischiano di finire in massima parte alla Polonia. Da Varsavia è arrivato infatti l’87% delle richieste di sostegno, nonostante l’agricoltura polacca non sia in testa alle classifiche di produzione. Bruxelles per ora ha scelto di non decidere sulla prima erogazione, anche se indiscrezioni di fonte comunitaria segnalano che l’entità degli aiuti chiesti è totalmente svincolata dalla realtà: per alcune merceologie, infatti, il contributo richiesto è per una produzione che eccede del 400% l’export complessivo dell’Europa verso la Russia. Quindi il sospetto è che non si tratti, almeno per la Polonia, soltanto di celerità nel chiedere i contributi. Per ora la Commissione ha scelto di non pronunciarsi. Barroso e compagni lasceranno la patata bollente in eredità a Jean Claude Juncker. Ma la nuova lista di prodotti che possono accedere agli aiuti anti embargo è destinata comunque a provocare forti ripercussioni sui mercati. Incluso quello italiano. Innanzitutto sono state escluse nuovamente sia le pesche sia le nettarine, una scelta che colpisce soprattutto Italia e Spagna. Per le mele, invece, pesano i 108 milioni chiesti da Varsavia finora. Tanto è vero che in certe zone del Belpaese la quotazione al campo dei pomi è precipitata addirittura a 2 centesimi al chilo. Quindi c’è il rischio tuttaltro che remoto di chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati. La partita più delicata di questo secondo round europeo si giocherà probabilmente su agrumi, kiwi e verdura autunnale. Questa volta ce la vediamo con greci e spagnoli. Il rischio è che pure in questo caso escano dal mercato le produzioni più caratteristiche e legate al territorio, con danni incalcolabili in molti distretti agricoli nel Mezzogiorno. Complessivamente il danno diretto per l’Italia provocato dall’embargo deciso da Mosca ammonta a circa 200 milioni di euro all’anno e riguarda oltre all’ortofrutta il blocco delle esportazioni delle carni per 61 milioni di euro e di latte, formaggi e derivati per 45 milioni. Ma il conto si potrà fare soltanto alla fine. «Oltre alle merceologie colpite direttamente dal blocco russo», spiega a Libero il responsabile economico della Coldiretti Lorenzo Bazana, «anche altre varietà di frutta e verdura finiranno per averne un danno, per l’effetto trascinamento. Nel momento in cui il prezzo di alcuni prodotti che rientrano nell’embargo dovesse precipitare, come è già successo, il mercato acquisterà quelli a discapito di altri. Il cui prezzo comincerà ugualmente a scendere». Dunque nessuno è al riparo. Sarà probabilmente il caso dei funghi coltivati. E pure in questo caso i polacchi hanno già annunciato l’intenzione di riversare sul mercato interno quelli destinati alla Russia. «Non si comprende per quale motivo i funghi siano stati esclusi, visto che nella prima stesura del regolamento erano presenti proprio per il timore che la Polonia riversasse tutto il suo prodotto nei mercati di Italia e Spagna», afferma il presidente dei fungicoltori italiani, Romeo Fuser, in una lettera indirizzata al ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina. di Attilio Barbieri @attilionio