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Padre Maccalli rapito in Niger, il terribile timore: "In mano ai jihadisti islamici, cosa rischia"

di Giulio Bucchi domenica 23 settembre 2018

2' di lettura

Padre Pierluigi Maccalli quasi certamente si trova in mano ai jihadisti, a cui potrebbero dare sostegno gruppi di pastori fulana, islamici fondamentalisti la cui presenza e più rilevante nel Mali, ma che in Niger hanno provocato migliaia di vittime, in maggioranza cristiani, nel sostanziale silenzio delle autorità e nell'indifferenza della comunità internazionale. Ci sono dunque pochi dubbi sulla dinamica di questo rapimento: ne sono convinti i confratelli della vittima, le autorità locali, le organizzazioni umanitarie e religiose presenti in Niger, come Acs, Aiuto alla Chiesa che soffre. Intanto è stato confermato che è vivo e sta bene, considerate le circostanze, il missionario della Società delle missioni africane (Sma), rapito lunedì sera presso la missione in cui operava, a 125 chilometri dalla capitale nigerina, Niamey. Non ci sono ancora state rivendicazioni ne' richieste ufficiali di riscatto, ma padre Mauro Armanino, suo confratello, ha fatto sapere che il ministro dell'Interno si è messo in contatto con la missione per dare rassicurazioni sulla sorte di padre Maccalli e quindi si immagina che sia aperto un canale di comunicazione con i rapitori. Sulla vicenda sono al lavoro la Farnesina e la Santa Sede, ha confermato padre Armanino, parlando con Acs, e ha sottolineato che la comunità è "in contatto permanente con il nunzio vaticano". Tra i vari motivi legati al sequestro, sempre secondo il confratello, oltre alla probabile richiesta di un riscatto, vi è l'intento di spaventare le comunità cristiane in una delle pochissime aree del Niger in cui il cristianesimo è la fede della maggioranza delle persone. "Il fatto che per la prima volta abbiano colpito un sacerdote della Chiesa cattolica mostra che non vi sono limiti alla violenza", ha spiegato il missionario. Se padre Maccalli sarà portato in Mali, la sua situazione potrebbe aggravarsi, perché in quel paese i rapitori potrebbero godere di ben maggiori appoggi. "Quella che ha rapito Pierluigi", ha dichiarato padre Armanino, "è una piccola cellula. Ma se riuscissero a raggiungere il Mali per lui la situazione si aggraverebbe". Li' infatti ci sono molti membri della comunità di fulani che fornire bere aiuti ai rapitori. "Proprio in Mali è stata rapita nel febbraio 2017 la religiosa colombiana Gloria Cecilia Narvaez Argoti, a tutt'oggi prigioniera. E noi temiamo che anche il sequestro di padre Pierluigi possa portarsi a lungo". di Caterina Maniaci

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