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Coronavirus, l'ex militare isrealiano: "A Wuhan il laboratorio di armi biologiche". Migliaia di morti?

Davide Locano
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Il coronavirus terrorizza il mondo. La Cina estende il cordone sanitario a 56 milioni di persone, gli Stati Uniti richiamano da Wuhan i cittadini americani. Solo in Cina le vittime sarebbero salite a 41, 1.300 i casi accertati. E ancora, è stata disposta la chiusura di parte della Grande Muraglia e della Città proibita. Tredici le città isolate. Tra le vittime anche un medico che curava i pazienti proprio a Wuhan. Ma a spaventare, soprattutto, sono le ultime indiscrezioni relative a quanto sta realmente accadendo. Sin dal principio, infatti, sono stati parecchi i dubbi circa le versioni delle autorità cinesi, così come con dubbi vengono accolti i dati ufficiali del bilancio. Leggi anche: Coronavirus, a Wuhan il laboratorio anti-ebola Ed in questo contesto, la bomba arriva dagli Stati Uniti. A sganciarla, sul Washington Times, un ex ufficiale dell'intelligence militare israeliana, Dany Shoham, esperto di guerra batteriologica, il quale ha rivelato che a Wuhan c'è un laboratorio collegato al programma segreto di armi chimiche portato avanti da Pechino. Si tratterebbe dell'uncio laboratorio del Paese ritenuto sicuro per lo studio di virus mortali. Al Washington Times, Shoham ha rivelato che all'interno di Wuahn "sono probabilmente utilizzate, in piani di ricerca e sviluppo, armi biologiche". Ma non solo. Paolo Liguori, su TgCom24, aggiunge poi che un'ipotesi accreditata sul contagio riferisca di un tecnico che in quel laboratorio si è infettato. Ma non solo, "si parla già di migliaia di morti", conclude.

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