Voleva mangiarela moglie, condannatopoliziottocannibale
Gilberto Valle, italo-americano 28enne, è stato incriminato dalla corte federale di Manhattan per l'accusa di aver progettato di rapire, violentare, torturare, cucinare e mangiare alcune donne.
Alcune notizie hanno dell'incredibile. Accade in America: un ex poliziotto, Gilberto Valle, italo-americano 28enne, è stato condannato da una corte federale di Manhattan, New York, con l'accusa di aver progettato di rapire, violentare, torturare, cucinare e mangiare alcune donne, in primis la moglie. Per la prima volta siamo di fronte a una sentenza che punisce l'intenzione di compiere un reato. L'ex agente, tuttavia, attende il verdetto definitivo previsto per il 19 giugno prossimo. Le premesse - Le indagini sono iniziate, da parte dell'FBI, lo scorso settembre quando la moglie di Valle, Kathleen Mangan, ha trovato nel computer del marito delle mail pericolose e ha deciso di denunciarlo alle autorità. Oltre alla corrispondenza che teneva, con altri tre uomini dal gennaio al settembre 2012, erano presenti nel pc anche una serie di conversazioni in chat, in tutto una trentina, nelle quali, i quattro uomini, progettavano di sequestrare e torturare fino alla morte, che sarebbe avvenuta con la cottura da vive, una serie di donne. L'arresto - Il fermo nei confronti dell'uomo è giunto nell'ottobre 2012 nonostante nessuna delle donne menzionate nelle conversazioni, alcune lo avevano conosciuto solamente in chat, fosse stata effettivamente molestata. L'Fbi aveva inoltre accusato Valle non solo di cospirazione ma anche di violazione del database dei computer della polizia del quale, secondo gli investigatori, si sarebbe servito per perfezionare il mefistofelico piano. Il verdetto - La Corte ha deliberato dopo due settimane di tensione durante le quali l'accusa ha mostrato immagini violente provenienti da uno dei siti web che l'ex poliziotto era solito frequentare ad alto contenuto di brutalità. Ciò che però ha definitivamente pesato a favore della condanna di Valle è stata la presenza di alcune ricerche, nella cronologia del suo computer, su quali materiali potevano essere usati per circuire le vittime, per imprigionarle e suplliziarle: cloroformio, nastro adesivo, corde e una mannaia. L'accusa ha poi mostrato alla giuria alcune delle conversazioni di Valle con gli altri uomini: "Voglio che lei provi l'esperienza di essere cucinata viva. Dovrà essere legata come un tacchino. Sarà terrorizzata, urlerà e piangerà" e ancora, in un'altra email, aveva ipotizzato il rapimento di una conoscente che sapeva vivere da sola quindi essere una facile preda. Nella sua arringa finale il pubblico ministero, Hadassa Waxman, ha concluso: " Valle ha lasciato il mondo della fantasia ed era entrato nel mondo della realtà" facendo riferimento alla conversazione in cui l'uomo negoziava il prezzo per il rapimento di alcune donne. La decisione della giuria è stata riepilogata dal procuratore di Manhattan, Preet Bharara: "Internet è un forum per uno scambio libero di idee, ma non concede l'immunità per chi progetta crimini e fa poi dei passi per compierli". Di opinione differente invece Julia Gatto, uno dei difensori di Valle, che ha sostenuto che la giuria si sia fatta "prendere" dall'orrore del piano criminoso, soprattutto dalla cannabalizzazione, e non sia quindi riuscita a trarne un giudizio equilibrato. Robert Baum, altro difensore, si è invece detto preoccupato dalla decisione espressa, in quanto si sarebbe creato un imprudente precedente: "Le persone quindi possono essere giudicate per i loro pensieri. E accusate per questo, che è ancora più triste a pensarci".