Crimea, l'Ucraina richiama i riservisti. Appello del Papa

di Andrea Tempestinidomenica 2 marzo 2014
Crimea, l'Ucraina richiama i riservisti. Appello del Papa
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La Russia è pronta alla guerra in Ucraina. E Kiev da par suo si prepara: il Consiglio di Sicurezza Nazionale ha richiamato i riservisti, mentre il premier Arseni Iatseniuk ha spiegato: "La Russia ci ha dichiarato guerra, siamo sull'orlo del disastro. Noi esortiamo il presidente Putin a ritirare le sue forze armate dall'Ucraina". Nel frattempo, Mosca ha schierato in Crimea 15mila uomini. La crisi, insomma, sembra sul punto di precipitare. In questo contesto arriva anche l'appello di Papa Francesco, che nel corso dell'Angelus, parlando dell'Ucraina, ha detto: "Sta vivendo una situazione delicata. Mentre auspico che tutte le componenti del Paese si adoperino per superare incompresioni e costruire insieme il futuro del Paese, rivolgo alla comunità internazionale un accorato appello: sostenga ogni iniziativa per il dialogo e la concordia". Guerra fredda - In parallelo schizza alle stelle la tensione tra Mosca e gli Stati Uniti. In una telefonata di 90 minuti il presidente russo Vladimir Putin ha spiegato all'omologo Usa Barack Obama che "Mosca si riserva il diritto di proteggere i suoi interessi e gli interessi dei russi se ci fossero violenze in Crimea e nell’Ucraina dell’est". La notizia del colloquio è stata rilanciata da una nota del Cremlino. Da par suo, la Casa Bianca ha reso noto che Obama ha spiegato a Putin che gli Stati Uniti "condannano l’intervento militare russo nel territorio ucraino" e invitano la Russia a far calare la tensione "ritirando le sue forze armate e facendole rientrare nelle basi in Crimea in modo da fermare ogni loro interferenza in qualsiasi altro luogo all’interno dell’Ucraina". Obama ha aggiunto che "gli Usa non parteciperanno alle prossime riunioni preparatorie per il G8. Queste violazioni continue da parte della Russia del diritto internazionale - sostiene Obama - porteranno ad una maggiore isolamento politico e economico di Mosca". Il presidente Usa ha chiosato: "Se la Russia vuole difendere le popolazioni di etnia russa e monitorare l'Ucraina, lo faccia in modo pacifico". Sull'orlo di una guerra - Nel frattempo l'ambasciatore ucraino all’Onu Yuriy Sergeyev ha denunciato che "quindicimila soldati russi sono già in Crimea". Siamo, insomma, sull'orlo di una guerra, partita prima come conflitto civile e che ora potrebbe trasformarsi in un conflitto tra due Stati. Al Consiglio dell’Onu, Vitali Churkin, ambasciatore russo all’Onu, parlando dell'intervento armato russo in Ucraina, ha sottolineato che "per il momento la decisione dell’uso delle forze armate fuori dalla Russia non è stata ancora presa". Sabato sera il neo-premier ucraino, Arseni Iatseniuk (in carica da soli due giorni) ha spiegato senza giri di parole che se la Russia inviasse le truppe dopo l'ok del Parlamento di Mosca, la "guerra sarebbe aperta". Iatseniuk ha aggiunto di non credere che un intervento militare russo ci sarà davvero. La Camera Alta, il Consiglio della Federazione russa, come detto, nel corso di una tesissima e convulsa giornata aveva approvato all’unanimità la richiesta di intervento armato in Ucraina avanzata da Putin. Il presidente russo, però, non avrebbe ancora deciso se inviare truppe. Nella serata di sabato c'è stato un colloquio telefonico tra Iatseniuk e l'omologo russo, Dimitri Medvedev, un piccolo segnale di distensione. Lunedì l’ex premier Iulia Timoshenko sarebbe attesa a Mosca per cercare di risolvere la situazione di crisi, secondo quanto riferisce l’agenzia Itar-Tass. Ma contemporaneamente Mosca chiede al presidente di richiamare in patria l’ambasciatore negli Stati Uniti. La risposta di Ue e Onu - Dalla Crimea, intento, il neo-primo ministro del governo filo-russo, Sergiy Aksyonov, invoca l'intervento di Mosca per "ristabilire la calma e la pace sulla penisola". Subito il presidente ad interim dell'Ucraina, Oleksander Turchinov, ha convocato un vertie d'emergenza con i membri di spicco della sicurezza dello Stato. Vitali Klitschko, uno dei leader della protesta di Kiev, ha chiesto al Parlamento di mobilitare l’esercito e la richiesta è stata accolta. E' stato così ordinanto lo stato d’allerta alle truppe. Kiev, inoltre, ha chiesto a Ue, Usa e Nato di valutare ogni possibile opzione per difendere il territorio e l'unità nazionale; l'Onu ha indetto per oggi, domenica 2 marzo, un vertice per valutare la situazione. Nel frattempo, il "ministro degli esteri" dell'Unione europea, Catherine Ashton, ha fatto sapere che "deplora" la decisione di Mosca di usare le forze armate in Ucraina. La Ashton ha lanciato un appello a Mosca affinché ciò non avvenga e giudica "inaccettabile" qualsiasi violazione dell’unità, sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina.