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Connecticut, strage nella scuola. Mughini: "Non cercate spiegazioni, questo è male totale"

Giulio Bucchi
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  di Giampiero Mughini Scrivo mentre le notizie su quest'ultimo massacro di innocenti sono ancora frammentarie, a cominciare dal numero dei bambini di una scuola del Connecticut ammazzati senza ragione e senza ragioni. Diciotto o venti o di più. Ancora una volta «la banalità» del male irrompe sui media a lasciarci annichiliti e senza parole adeguate, senza parole che possano aiutarci a comprendere com'è che bambini e adulti che stavano in una scuola e magari stavano ridendo e giocando sono stati falciati via in un istante dalla morte. Un assassino o forse due che sparano all'impazzata centinaia di colpi, presi dalla libidine di uccidere. Cento volte un dito che preme un grilletto pur di riuscire a uccidere qualcuno che molto probabilmente non avevi mai visto prima e che non sapevi perché lo stavi uccidendo. Notizie che vengono dal Paese più ricco del mondo e non dai luoghi dove ciascuna tribù cerca di annientare la tribù dirimpetto. Negli Usa era successo altre volte e c'è un film famoso di Michael Moore, «Bowling a Colombine» (2002), che viviseziona una di quelle stragi in una scuola americana e che depreca fortissimamente il fatto che in America comprare un'arma da guerra è più facile che comprare un'aranciata: eppure tutte le volte che i politici americani fanno un sondaggio, ne ricavano che la gran maggioranza della popolazione ci tiene a stare armata fino ai denti. E anche se il presidente Obama pare abbia annunciato che c'è un limite a tutto, e che questa volta verrà messo un limite di legge al comprare e avere armi. Penso che Moore abbia ragione nel deprecare la facilità con cui negli Usa si compra e si maneggia un'arma, ma che non stia soltanto lì la spiegazione ultima di questi massacri nati dalla «banalità del male». La spiegazione non c'è, punto e basta.  Leggi il commento integrale di Giampiero Mughini su Libero in edicola oggi, sabato 15 dicembre    

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