Putin sfotte le Pussy Riot: "Se fossero rimaste a casa a cucinare non sarebbero finite in cella"
Il presidente conferma le accuse contro le ragazze che avevano fatto un blitz in chiesa: "I sentimenti religiosi vanno difesi"
"Se fossero state a casa a cucinare" oggi le Pussy Riot non si troverebbero in carcere. A dirlo è Vladimir Putin: "Se restavano a casa a fare i mestieri o se andavano in ufficio a lavorare non sarebbero state coinvolte. Ma se viene violata la legge, allora bisogna reagire". Le ragazze sono state condannate a due anni di galera per aver inscenato una sorta di preghiera punk contro di lui nella cattedrale di Cristo il Salvatore, a Mosca. Il presidente russo insomma ha insisitito sulla assoluta fondatezza del processo che vede imputate Ekaterina Samutskevich, attualmente in libertà condizionata, Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alyokhina, che invece dopo la conferma in appello sono state condannate al carcere duro. "Io non le avevo neppure notate", ha detto Putin, "poi sono andate in chiesa. Se a voi interessa o piace che vengano attaccati i valori morali alla base di una società, prego, ma a noi questo non piace: i sentimenti religiosi vanno difesi". Di più. Putin ha addirittura paragonato il blitz delle ragazze al film antislamico che ha scatenato proteste in tutto il mondo: "L'autore del film anti-islamico è in prigione negli Usa, mi par di capire. Va bene, ufficialmente lo è per ragioni diverse, ma non ne parla nessuno. E invece tutti parlano di queste ragazze che hanno offeso i sentimenti religiosi della gente. Bisognerebbe invece avere il coraggio di adottare lo stesso approccio".