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Le imprese: Silvio deve andarsene

Dura presa di posizione di Confindustria, Abi, Ania, Alleanza delle coperative e rete imprese: "Il tempo è scaduto"

Andrea Tempestini
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L'Italia "ha mezzi, risorse, intelligenze, per risalire la china ma il tempo è scaduto". E' allora di fondamentale importanza che il decreto Sviluppo - di cui ha parlato Silvio Berlusconi, spiegando che "non ci sono soldi" -  contenga misure strutturali, concrete e credibili, che diano un chiaro segnale di inversione di marcia, in assenza rischierebbero di essere vanificati gli sforzi fatti fino ad oggi in ordine alla tenuta dei conti pubblici". Lettera al Cavaliere - E' quanto scrivono nel loro ultimo attacco al governo Abi, Ania, Alleanza delle cooperative italiane, Confindustria e Rete imprese italia in una lettera inviata questa mattina al presidente del consiglio Silvio Berlusconi. "Alcuni giorni addietro - si legge nella lettera - abbiamo presentato, come Associazioni di Imprese, alcune proposte tese a favorire la sostenibilità del debito pubblico nel medio periodo e la ripresa economica del nostro Paese. Ci ha mosso la preoccupazione incalzante dei nostri associati per un quadro congiunturale che si dimostra ogni giorno più severo. La situazione è sempre più difficile, la fiducia nel nostro Paese sta velocemente diminuendo malgrado gli innegabili punti di forza dell'Italia e i risultati raggiunti. Al fine di contribuire a fornire una risposta efficace a questa situazione abbiamo elaborato proposte concrete che possono essere discusse e integrate. Ad oggi, nessuna reazione concreta è seguita da parte del Governo e nessun dialogo è stato aperto".   La richiesta di partecipazione - Le associazioni delle imprese si dicono consapevoli che "il Governo ha in animo di approvare un Decreto Sviluppo e, anche a questo proposito, riterremmo utile poter partecipare alla individuazione e alla messa a punto delle misure per contribuire ad accrescerne fattibilità ed efficacia. Un confronto di tal genere sarebbe oltremodo utile e pienamente in linea con quanto avviene in ogni Paese della Unione Europea. Il ritardo che stiamo accumulando sul fronte del rilancio della crescita e della credibilità sta costando moltissimo in termini di occupazione, valore dei beni e dei risparmi delle famiglie, investimenti e valore delle imprese. L'Italia ha mezzi, risorse, intelligenze, per risalire la china ma il tempo è scaduto". Per questo chiedono misure strutturali e credibili.   "Piano integrato e condiviso" - Si tratta, concludono di "un appello forte al fare: con unità di intenti è possibile superare una fase difficile. Confidiamo che il Suo Governo voglia realizzare le iniziative necessarie e adeguate alla gravità del momento. Le imprese industriali, le imprese artigianali, commerciali e dei servizi, le imprese cooperative, le imprese bancarie e assicurative stanno facendo del loro meglio per passare attraverso l'attuale difficile contingenza, ma solo nel contesto di un efficace piano integrato e condiviso di rilancio del Paese questi sforzi non verranno vanificati".

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