Pechino ordina il rafforzamento dello yuan che invece cala
Il tasso di cambio sul dollaro è fissato attualmente a 6,7980 rispetto al 6,8275 di lunedì. Ma i risultati sono in discesa
La Cina ha fissato oggi il tasso di cambio di riferimento per la valuta dello yuan a 6,7980 per un dollaro. Coerentemente con quanto annunciato ieri, Pechino ha deciso in mattinata un primo limitato apprezzamento del valore di riferimento dei cambi della moneta cinese rispetto al dollaro. Ma dopo un iniziale rafforzamento che ben lasciava sperare il ministro delle finanze nipponico, Yoshihiko Noda, il valore dello yuan è calato. A grandi linee la tendenza di oggi è l'opposto di quanto si è registrato nella giornata di ieri, quando il target ufficiale sui cambi era rimasto invariato, con un tasso di 6,8275, e la moneta cinese aveva segnato un buon rialzo. Il calo di oggi, secondo gli esperti dell'economia, rifletterebbe il massiccio acquisto di dollari da parte delle grandi banche a controllo statale della Cina, evitando così la necessità di interventi diretti con la Banca Centrale. La questione sulla maggior flessibilità sui campi, entusiasticamente lanciata dalla Banca cinese sabato scorso, rimane dunque ancora aperta. Nella giornata di ieri, alcuni analisti avevano ipotizzato che le promesse cinesi sulle operazioni di cambio potessero servire solo come "manovra tattica" per evitare di finire bersagliati da numerose critiche su questo nodo spinoso al G20 di Toronto, in Canada, dove le emergenti Cina e India si troveranno a fianco delle maggiori economie avanzate. Gli Usa accusano, ormai da anni, Pechino di tenere appositamente deprezzato lo yuan per favorirne il suo export. A detta del "Financial Times" lo yuan potrebbe essere tenuto sottovalutato persino del 50 per cento rispetto ai valori che segnerebbe sul mercato libero. E invece, a detta di molti economi, gli analisti cinesi lo lasceranno apprezzare solo di un 3,5% nel prossimo anno. Altri, infine, ipotizzano che la moneta cinese possa invece calare sul dollaro.