Ecco come il gas può accelerare la transizione green

di Luigi Meranovenerdì 18 aprile 2025
Ecco come il gas può accelerare la transizione green
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A differenza di quanto una certa vulgata tende a raccontare, in Italia – come in Europa e nel mondo – si consuma sempre più gas: nel primo trimestre del 2025 la domanda nazionale è aumentata dell’8,8% rispetto allo stesso periodo nel 2024. Un incremento avvenuto soprattutto per effetto della crescita del 27% della domanda di termoelettrico (l’elettricità prodotta usando gas), a compensazione di contributi da fonti rinnovabili inferiori alle attese.

Questo tipo di produzione, infatti, non è programmabile: se sole e vento vengono meno, occorre disporre di un’alternativa. In tale scenario, il ruolo delle infrastrutture del gas – da quelle di trasporto a quelle di stoccaggio, passando per i rigassificatori – è centrale per garantire la sicurezza e la diversificazione delle forniture a costi accessibili, e Snam lavora al loro consolidamento presidiandone l’intera catena del valore.

Come? Anzitutto con gli investimenti. Negli ultimi tre anni, in risposta a una delle crisi energetiche più significative della storia recente, Snam ha messo a terra opere e progetti per circa 8 miliardi di euro, cifre che prima della crisi russo-ucraina il Gruppo esprimeva in una decade. Come indicato nel piano strategico, inoltre, altri 12,4 miliardi saranno investiti tra il 2025 e il 2029.

SISTEMA DI BACKUP
Lo stoccaggio del gas ha varie funzioni: garantisce la disponibilità fisica di energia, mitiga la volatilità dei prezzi e bilancia il settore elettrico, proteggendolo dalla non programmabilità delle rinnovabili. Già nell’estate 2022, a fronte di prezzi scoraggianti per gli acquisti, Snam ha provveduto a uno stock aggiuntivo di circa due miliardi di metri cubi di metano, che si è rivelato fondamentale per mettere gli stoccaggi in sicurezza in vista dell’inverno. A marzo 2025 è stata perfezionata l’acquisizione dei tre impianti di Edison Stoccaggio, un’operazione che ha portato Snam a detenere 12 siti, la quasi totalità della capacità nazionale e un sesto dell’intera capacità europea. Snam ha inoltre operato per favorire il riempimento completo degli stoccaggi (98,5% al 31 ottobre 2024) e dove possibile il loro esercizio in sovrapressione, aiutando il Paese a concludere in sicurezza un inverno più rigido di quelli degli ultimi anni.

Anche se a gennaio e febbraio il ricorso ai depositi è cresciuto del 22% sull’anno precedente, infatti, al 31 marzo il loro livello di riempimento era ancora sopra il 42%, contro un livello medio europeo del 34%. Il gas naturale liquefatto (GNL) in arrivo via mare, di cui in questi giorni si parla molto in riferimento al suo ruolo nelle trattative commerciali con gli USA, fornisce un contributo fondamentale alla diversificazione del sistema energetico italiano rispetto ai volumi in arrivo via gasdotto. Nel 2022 Snam ha acquistato due navi rigassificatrici, la Italis Lng, entrata in esercizio a Piombino l’anno seguente, e la BW Singapore, che sta per avviare la propria attività commerciale al largo di Ravenna. Nel 2023, a sua volta, la capacità di rigassificazione del terminale Olt (Livorno), di cui Snam detiene oltre il 49%, è stata incrementata del 30%. L’anno dopo, infine, Snam ha portato al 30% la propria quota all’interno di Adriatic Lng, che detiene il maggior impianto di rigassificazione del Paese. Con 5 terminali gestiti (o co-gestiti) dalla stessa Snam – tre navi, un impianto a terra e un impianto off-shore – l’Italia dispone di una capacità di rigassificazione di 28 miliardi di metri cubi l’anno, pari al 45% della domanda nazionale (era l’11% nel 2021) e ai flussi importati dalla Russia prima del conflitto, attestandosi così quale terzo operatore europeo.

ASSET PANEUROPEO
Snam detiene il primato continentale nel trasporto del gas, con oltre 40.000 km di rete in Italia e all’estero, e nell’ultimo triennio ha lavorato per adeguare l’infrastruttura al cambiamento di paradigma dettato dalla crisi energetica. Già nel 2022 il Gruppo ha gestito un’inversione diametrale nelle direttrici prevalenti di approvvigionamento via tubo, valorizzando i corridoi che raggiungono il Paese attraverso gli entry-point meridionali di Melendugno (Azerbaijan), Gela (Libia) e Mazara del Vallo (Algeria), e nuovi incrementi di capacità sono possibili proprio sulla direttrice aperta da TAP.

L’anno seguente si è aperto con l’ingresso di Snam in SeaCorridor che - gestendo i gasdotti di collegamento fra Tunisia, Algeria e Italia- ha permesso di presidiare ancora meglio, in joint venture con Eni, il corridoio di approvvigionamento del gas attualmente più rilevante per il Paese. Nel 2024, poi, si sono conclusi gli interventi di adeguamento infrastrutturale, previsti dal PNRR, della centrale di compressione di Malborghetto, funzionali a potenziare la capacità di esportazione verso i Paesi europei limitrofi, e sono proseguiti quelli alla centrale di spinta di Poggio Renatico, grazie ai quali si prevede di raggiungere una capacità di export fino a 14,5 miliardi di metri cubi all’anno. Sono stati poi avviati tutti i lotti della fase 1 della Linea Adriatica, un’opera hydrogen ready che incrementerà di 10 miliardi di metri cubi la capacità annua di trasporto del gas lungo l’asse sud-nord. Infine, con l’acquisizione, nel 2025, del 24,99% di Open Grid Europe, principale operatore tedesco del trasporto gas, Snam ha compiuto un ulteriore e significativo passo nello sviluppo di una rete paneuropea e di un mercato europeo dell’energia unico e integrato.

TRANSIZIONE ECOLOGICA
Nell’ultimo triennio, Snam si è approcciata alla crisi energetica nella logica del “trilemma energetico”, ossia nella ricerca costante di equilibrio fra disponibilità fisica, competitività economica e sostenibilità ambientale delle forniture di gas. Nel 2024 le emissioni di CO2 del Gruppo sono scese del 28% sul 2022 e si procede verso la Carbon Neutrality al 2040 e il Net Zero, fornitori e associate inclusi, al 2050. Essenziali, in questo schema, sono gasdotti e stoccaggi, perché perlopiù sono già in grado di trasportare e stoccare anche molecole decarbonizzate (qualità che ne garantisce l’impiego anche in ottica 2050).

Una di queste molecole è l’idrogeno, al centro del progetto del SoutH2 Corridor, 3.300 chilometri per il trasporto dell’idrogeno verde nordafricano verso Italia, Austria e Germania, senza dimenticare le hydrogen valley di Modena (con il Gruppo Hera) e della Puglia, e varie iniziative in ambito ricerca e sviluppo. Un’altra è il biometano, per cui Snam è attiva sia in termini di produzione sia per allacciare alla rete impianti di terzi. Infine, nell’ambito del progetto “Ravenna CCS” (Carbon Capture and Storage), che Snam ha avviato in joint Venture con Eni lo scorso agosto, sono stati raggiunti risultati estremamente incoraggianti per una successiva estensione su larga scala e progettazione di condotte necessarie a trasportare la CO2 catturata dalle industrie energivore del nord Italia verso i giacimenti esauriti di gas dell’offshore ravennate.