Pensioni, Fava smentisce i giornaloni: "Nessun buco nei conti Inps"

Gabriele Fava, presidente dell'Inps, spegne le polemiche innescate da alcuni articoli di giornale, smentendo categoricamente le notizie più allarmistiche
mercoledì 16 aprile 2025
Pensioni, Fava smentisce i giornaloni: "Nessun buco nei conti Inps"
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"Il sistema pensionistico regge, non ci sono criticità immediate al momento". Con queste parole Gabriele Fava, presidente dell'Inps, spegne le polemiche innescate da alcuni articoli di giornale, smentendo categoricamente le notizie più allarmistiche.

In video collegamento alla seconda giornata del Salone del Risparmio, Fava sottolinea: "L'Istat ci dice che entro il 2050 gli over 65 saranno intorno al 35%. Un dato importante che farà riflettere: vuol dire che la popolazione invecchia, la natalità cala, l'età media cresce. Questo ci porta a dire che il mercato del lavoro si sta trasformando: abbiamo più lavoratori anziani, ne avremo sempre di più e meno giovani". "Ecco perché è praticamente da inizio del mio mandato che insisto sull'unica vera ricetta, ovvero l'aumento della base occupazionale. E' l'unico driver strutturale che dobbiamo perseguire se vogliamo riportare in equilibrio i conti, il sistema pensionistico, economico e in generale il sistema paese".

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In ogni caso, recita una nota della stessa Inps diffusa sempre in mattinata, "il Presidente, il Consiglio di Amministrazione e il Direttore generale dell'Istituto intendono ribadire con forza che non sussiste alcun buco nei conti dell'INPS e che, invece, nell'ottica della massima trasparenza del bilancio, le operazioni di eliminazione dei crediti contributivi sono state improntate al rigoroso rispetto dei criteri contabili e della normativa vigente".

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"Nel corso degli anni i crediti eliminati erano già stati opportunamente 'svalutati' in quanto inesigibili per una serie di motivi; in questa categoria sono ricompresi anche quelli cancellati a seguito delle norme relative alla 'rottamazione' di cartelle esattoriali di importo molto modesto (fino a mille o 5mila euro) e maturati tra il 2000 e il 2015 - spiega ancora l'Istituto di Previdenza -. In questo senso, va sottolineato come, nel tempo, siano state previste salvaguardie specifiche per garantire la neutralità finanziaria di tali operazioni: 1. Compensazione integrale tramite il Fondo di svalutazione crediti: i crediti eliminati sono interamente coperti da un fondo costituito e alimentato negli anni proprio per far fronte a situazioni di bassa esigibilità. Ciò esclude qualsiasi effetto negativo sul conto economico. 2. Stime conservative sull'esigibilità degli stessi crediti: già nel preventivo 2025, l'INPS ha valutato l'incasso dei crediti fino al 2020 in misura pari a solo l'1% del valore, riflettendo una pianificazione finanziaria cauta e realistica. 3. Minimalità degli impatti attesi: come evidenziato dalla scheda tecnica della Legge 197/2022, l'impatto netto sugli enti previdenziali era stimato in soli 98 milioni nel 2023 e 26 milioni nel 2024, confermando la marginalità delle somme coinvolte; 4. Razionalizzazione attiva e passiva: l'eliminazione di residui ha riguardato le poste attive e quelle passive del bilancio (oltre 2,7 miliardi di residui passivi)". 

La nota di Inps prosegue ricordando come le norme interessate "riguardano, per l'esercizio 2024, esclusivamente crediti molto vecchi, risalenti al periodo 2000-2015: DL 119/2018 (406 mila euro); DL 41/2021 (5,4 miliardi di euro); Legge 197/2022 (9,9 miliardi di euro). Gli interventi effettuati non intaccano l'efficacia della riscossione ordinaria, come dimostra l'incremento di 3,96 miliardi di euro (2024 vs. 2023) alla stessa voce 'Aziende - contributi della gestione privata', rilevato nella 'Gestione di cassa' deliberata lo scorso 26 marzo, mentre, per il solo 2025, si prevedono accertamenti per oltre 177 miliardi di euro derivanti dalle 'Aziende con dipendenti'".

Il Consiglio di amministrazione sottolinea come "i corretti comportamenti contabili (accantonamenti annuali al fondo svalutazione, stime accurate, eliminazione dei residui attivi inesigibili e dei debiti insussistenti) sono parte integrante della governance finanziaria dell'Inps: le operazioni non hanno comportato perdite o riduzioni delle risorse disponibili, essendo i crediti già ritenuti 'non esigibili'; il bilancio riflette ora una rappresentazione più fedele e responsabile dello stato patrimoniale, allineata alle norme contabili. Va infine sottolineata la rilevanza dell'operazione contabile portata a termine, richiesta anche dagli organi di controllo e vigilanza: siamo di fronte a un adeguamento necessario, finalizzato a migliorare, certamente in misura superiore rispetto al recente passato, la trasparenza e l'efficienza amministrativa".