Tari, il nuovo incubo: arretrati maggiorati del 200%

Il commercialista: molti i clienti alle prese con cartelle di mancati pagamenti. Ma una tassa di 1.200 euro arriva a 4.100
di Marco Gregorettisabato 12 aprile 2025
Tari, il nuovo incubo: arretrati maggiorati del 200%
3' di lettura

Quando si dice che la realtà superi di gran lunga la fantasia. La settimana scorsa sono andato dal mio commercialista per mettere a punto alcune cose. Si tratta di un professionista molto serio che consiglio a tutti perché riesce a stare dalla parte del cliente e dello Stato contemporaneamente. E poi è gentile. Prima di parlare delle nostre questioni mi ha guardato fisso negli occhi, si è messo le mani nei capelli (lui può farlo, io no, per ovvie ragioni), e: «Gregoretti, guardi qua. Lo sa che cosa sono questi fogli?» «No, mi spieghi» gli ho risposto mentre mi accorgevo che stava diventando un po’ rosso in viso. «Non posso fargliele vedere per ragioni di privacy, ma sono le stampe delle pec ricevute da alcuni miei clienti: avvisi di pagamento della Tari (tassa sui rifiuti, ndr) arretrata». «Beh, che c’è di strano?», faccio io. «Che c’è di strano???. Ecco che cosa c’è di strano: sono maggiorate del 200 per cento!!! Capisce? Le sanzioni applicate dal Comune di Milano, da chi ci governa, sono del 200 per cento. Perché non scrive un articolo?»

Eccomi. Sbircio e leggo le ultime righe: Tari dovuta di 1.210 euro, più sanzione pari a oltre 2.542 euro. Nel totale vanno aggiunti altri balzellucci, bolli e pratiche varie: Tares quota servizi indivisibili (?) Tares maggiorazioni S.I.D.L 201/11 (?), Rec spese postali, interessi legali (?), Spese di notifica (cara la pec eh?), Spese di notifica documento precedente (ahahahah), Spese aggiuntive (De che?) Addizionale provinciale (Eh?) Arrotondamento (+/-) , altro Arrotondamento (+/-). Insomma i 1.210 euro da pagare diventano più di 4.178. La parola che mi verrebbe sarebbe una. Ma non uso, preferisco evitare. Però, mi pare davvero uno schiaffo alla miseria, alla povertà, a cittadini in difficoltà immani, tra bollette, multe pazze, inflazione, stipendi fermi alla preistoria, affitti stellari.

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Una drammatica comica ridicola, se non fosse tremendamente lesiva della vita di poveracci. Della quale sembra che alla illuminata giunta di sinistra, dem, radical chic, ecologista, freghi meno di un cecio. «La faccia entrare, arriva a proposito», dice il commercialista a una sua assistente «Ecco Gregoretti, il 200 per cento di sanzioni subite in carne e ossa». Mi trovo di fronte a una signora di mezza età che si siede dall’altro lato del tavolo riunioni è bianca, in volto, spaventata... «Dottore», dice al commercialista «ma come faccio? Dove li trovo questi 4mila euro? E se non avessi avuto la pec che per il mio lavoro sono stata obbligata a mettere? Neanche avrei trovato questo avviso: Tari più duecento per cento di sanzioni.
Guadagno 1200 euro al mese, in una città dove un monolocale in periferia costa 1000 euro di affitto mensile.

Ricevo bollette luce e gas da spararmi. Se non avessi aiuti...». Finisce lo sfogo sgorgato dalla povera signora perché il commercialista la interrompe, indicandole me: «Guardi che questo signore è un giornalista». «Lei: «Scriva, allora! È uno schifo!. Vuole il mio nome e cognome? Guardi qua, guardi che cosa c è scritto». Il commercialista cerca di calmarla, però ammette che la sua cliente ha tutte le ragioni del mondo «Va bene» spiega il professionista «accettiamo le sanzioni, ok. Ma perché non viene stabilita una misura entro la quale non si possa andare? E che valga per tutto il Paese? Ora ogni sindaco fa come gli pare: Così non si può più accettare».

In realtà una soglia da non superare esisterebbe già. «La legge» spiega a Libero un ex dipendente del Comune di Milano che vuole mantenere l’anonimato «prevede che non si possa andare oltre il tasso ritenuto di usura. Quindi di fatto tutte queste sanzioni sono assolutamente illegali. Basta andare a scorrere le tabelle del Mef e della Banca d’Italia per verificare quali siano le percentuali da applicare». Capito signora? Insieme alle altre migliaia di milanesi presidi mira come lei, faccia ricorso e chiami a testimoniare il Ministro dell’economia e il Presidente della Banca d’Italia. In alternativa? Sto zitto, che è meglio.

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