Usa, ora Powell sarà capace di fare il Mario Draghi?

Conoscete il continente ChinAmerica? Una grande regione commerciale ideata e creata sotto la guida di Bill Clinton e Larry Summers con uno statuto molto semplice in cui la Cina era il grande produttore, gli Usa il grande consumatore; a tenere tutto in piedi sempre la Cina che come azionista di maggioranza compra con parte degli utili il debito pubblico americano. Fin dal 2000 ho sentito ripetere la stessa lagnosa preoccupazione: e se un giorno la Cina dovesse vendere tutto il debito Usa? Sarà la catastrofe? Il debito Usa ammonta a circa 38 trilioni di dollari da rinegoziare nei prossimi 4 anni (11 trilioni nel 2025); la Fed ha il compito di mantenere i tassi più bassi possibili per avere un risparmio sugli interessi, ma come si fa?

La Cina ha 760 mld di T-Bond e ora li vuole usare come arma di ricatto; il Giappone ne ha 1.000 mld ma oggi la Bank of Japan non stampa liquidità come in passato e la tensione commerciale mette a rischio i legami con gli Usa; resta l’Europa che attualmente è il più grande detentore di debito Usa, e qui può essere preziosa la Meloni come grande stratega. Doug Kass, gestore di lungo corso, ha postato una foto in cui Xi Jinping e Donald Trump sono seduti uno a fianco all’altro e il commento dice: «Tu su chi punti»?

Urla il mainstream: «Trump sta perdendo ogni credibilità». È forse più rassicurante Xi? Bill Ackman che di bond se ne intende, è uno strenuo difensore di Trump e su “X” dice che la Cina ora è isolata. Può essere vero ma la situazione si fa difficile perché anche il dollaro comincia a deprezzarsi ma non è svalutazione competitiva sembra più una fuga dal Made in Usa. È una situazione che comincia ad assomigliare a quanto visto con lo spread nel 2011, in cui l’unico rimedio è stato mettere al comando Draghi e fargli urlare “Whatever it takes”. Draghi era il banchiere che già il Trump I aveva corteggiato, Powell sarà capace di fare altrettanto?