Oggi è il giorno della presentazione ufficiale di Moneta, il nuovo inserto economico diretto da Osvaldo De Paolini, allegato a Libero, Il Giornale e Il Tempo. A Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana in piazza Affari a Milano, il direttore De Paolini e Hoara Borselli illustrano il magazine che ha debuttato lo scorso sabato 5 aprile in edicola.
Nel numero di domani focus sulla agricoltura, con un allarme di Enzo Gesmundo di Coldiretti: l'Italia importa il 40% di grano, mais e soia a causa di abbandono dei campi e cementificazione. Un'intervista ad Alessandro Foti di Fineco invece illustrerà il ruolo delle banche nello scenario economico globale.
"C'era la necessità di pubblicarlo, perché l'economia è diventata un affare di popolo e non più riservato a pochi e bisogna spiegarla in maniera semplice ma non banale", spiega la Borselli riguardo all'obiettivo di Moneta. L'inserto, aggiunge De Paolini, contribuisce "a rafforzare il prestigio di un giornale con un tema che interessa tutti. Un passo da fare con tre quotidiani generalisti". Moneta, prosegue il direttore, "nasce in un momento molto particolare perché di questioni economiche c'è molto da discutere. Non credo che questa scossa globale si fermerà in poco tempo, anzi credo che nei prossimi mesi avremo molto di cui scrivere". "Benvenuto a Moneta e speriamo che ci spieghi nel modo più semplice e non banale possibile tutto quello che ci capita nei dintorni". In un'epoca turbolenta per il settore della carta stampata "è una mossa coraggiosa che l'editore ha voluto correre anche perché- sottolinea De Paolini - diventando gruppo editoriale con tre quotidiani e non avendo nulla che parli di economia in modo specifico, visto che sono tre quotidiani generalisti, seppur con inclinazione, certamente ce n'era bisogno".
Venendo ai temi, il direttore fa presente che Moneta "è la sintesi di tutto ciò che è economia e quindi ci occuperemo di tutto, soprattutto di temi che sono un po' trascurati dai quotidiani, faccio l'esempio dell'agricoltura, faccio l'esempio di quello che arriva sulle tavole: noi - spiega- abbiamo un deficit di approvvigionamento molto importante, se pensiamo che il 60% della carne bovina che arriva sulle nostre tavole arriva dall'estero, potete immaginare che cosa può capitare nel momento in cui i mercati si dovessero chiudere".
I dazi - riconosce De Paolini - sono la bomba atomica su queste cose: quindi sarebbe veramente complicato vedere le nostre tavole imbandite come le possiamo imbandire oggi". Per questo, e non solo, l'obiettivo sarà dunque quello di "occuparci di questi temi che sono poco arati dai quotidiani ma anche dai settimanali economici", e ciò "per noi sarà una missione importante". Il nome scelto? Merito del caporedattore Massimo Restelli, che citando lo storico Carlo Maria Cipolla ricorda: "La moneta è la sintesi dell'economia".
Per Daniele Capezzone, direttore editoriale di Libero, Moneta mostra "l'altro lato dell'economia, cercando in modo non criptico di indicare ciò che spesso sfugge perché qualcuno vuole farlo sfuggire o perché, a differenza dei quotidiani, i settimanali possono dare una lettura più profonda all'attualità".
Alla presentazione milanese, è intervenuto anche Marco Tronchetti Provera, vice-presidente esecutivo di Pirelli, che ha affrontato temi di strettissima attualità. "Mi sembra che sia un lancio" che viene "nel momento giusto perché succede di tutto, quindi avere persone professionali come De Paolini e la sua squadra aiuta gli investitori a capire dove siamo e quali sono i rischi", ha premesso riguardo al nuovo progetto editoriale. L'Italia, ha poi sottolineato, in questo momento "è un Paese molto importante perché abbiamo una leader riconosciuta a livello internazionale, che si muove bene attraverso i leader mondiali e quindi può essere quell'anello della catena che tiene agganciata l'Europa agli Stati Uniti, che è una priorità. Non possiamo permetterci di essere distaccati dagli Stati Uniti".
L'effetto-Donald Trump sulla tavola: domani su "Moneta"
Se non torna nei campi l’Italia rischia di doversi mettere a dieta. In pochi hanno avuto la percezione precisa del..."E' l'Occidente, è la democrazia, ha le armi, ha le tecnologie, ha il dollaro, quindi se uno pensa un istante, dobbiamo andare insieme - ha spiegato Tronchetti Provera - poi c'è la Nato, dobbiamo magari avere un peso maggiore nella Nato, questo ha molto senso". "Quello è già una struttura che ha una linea di comando organizzata e allora una governance adeguata. Quello che stanno immaginando ora è solo il riarmamento della Germania".
L' Europa "è difficile che possa trattare, la Governance europea formalmente dà delle responsabilità a uno dei commissari per i commerci. Se non c'è l'accordo di 27 parla a nome suo, ha un potere delegato, è sempre sotto controllo di quanto avviene nel
Consiglio d'Europa, quindi sono i capi di Stato e di Governo che devono essere d'accordo e 27 è un bel numero".