Se non torna nei campi l’Italia rischia di doversi mettere a dieta. In pochi hanno avuto la percezione precisa del rischio che abbiamo corso con la guerra commerciale partita sui dazi annunciati (e poi congelati) dal presidente Usa Donald Trump. A parte il crollo delle esportazioni verso gli Stati Uniti, che per l’agroalimentare italiano rappresentano il secondo mercato di sbocco, dopo la Germania, rischiavamo un’impennata generalizzata dei prezzi delle derrate alimentari e delle commodity agricole: grano duro e grano tenero, mais, soia e pure carne. Prodotti per i quali siamo dipendenti dall’estero in misura dal 40 al 60%.
Un tema, quello dell’autoapprovvigionamento, divenuto strategico con le tensioni internazionali che da anni agitano i commerci e vitale dopo la bufera provocata dalle tariffe doganali annunciate e poi sospesa dalla Casa Bianca. Un tema su cui da anni Coldiretti insiste segnalando ripetutamente i rischi legati alle importazioni che ci espongono anche alle speculazioni insite nei mercati mondiali delle materie prime. Con la prospettiva che a fronte dei cali dei beni energetici, potessimo importare nuova inflazione assieme alle materie prime agroalimentari. Questa settimana Moneta, il settimanale in distribuzione sabato con Libero senza aumento del prezzo di copertina, ha deciso di raccontare il rischio sugli approvvigionamenti che abbiamo corso e corriamo comunque tuttora, anche se le tariffe doganali americane sono finite nel congelatore.
Se ne parlerà tra l’altro questa mattina a Milano, a Palazzo Mezzanotte in Piazza Affari storica sede della Borsa italiana, dove il settimanale al suo secondo numero verrà presentato a una platea di ospiti da Hoara Borselli insieme al direttore Osvaldo De Paolini. Ma non solo di questo si occupa Moneta. Il tema del risiko bancario viene ripreso con il racconto di come il vertice di Mps, d’intesa con il ministro dell’Economia, ha progettato la scalata a Mediobanca sotto il nome in codice di Mosè, il liberatore. Al via libera alle opere relative al Ponte sullo Stretto, destinate a partire entro l’estate, è dedicato un ampio servizio che smentisce molti luoghi comuni amplificati insistentemente dai “no Ponte”, mentre si elencano le cifre vere del progetto.
Sul fronte delle tlc, la vendita della rete da parte di Tim e l’ingresso delle Poste nel capitale in sostituzione dei francesi di Vivendi ha innescato un processo di consolidamento e rilancio del settore con previsioni di nuovi accordi e nuove alleanze fra gli operatori presenti nel mercato italiano. Accanto alle telecomunicazioni trova spazio anche lo scontro tra Italia e Francia sul fronte del nucleare, con i retroscena inediti sulla alla gara per la conquista di Newcleo, la startup destinata a riportare il nucleare nel nostro Paese e in cui il governo vuole investire 200 milioni.
In tema di sport & finanza Moneta ospita una storia in bianco e nero della Juventus da quando l’avvocato Gianni Agnelli la considerava un problema ma con ottime possibilità di diventare un affare. Firmato da Tony Damascelli, l’articolo rivela le ultime scelte finanziare legate alla ricerca dello sponsor da parte dell’attuale dirigenza sotto la guida di John Elkann, costretto a mettere mano al portafoglio per anticipare parte dei soldi del nuovo aumento di capitale previsto per la Vecchia Signora. Infine, un curioso articolo è dedicato al business dei giochi per adulti per i quali gli affari “vibrano” a quota 83 miliardi. E si preparano ad entrare trionfalmente in Borsa.