Borse, pazzia totale: rimbalzo, chi continua a precipitare

martedì 8 aprile 2025
Borse, pazzia totale: rimbalzo, chi continua a precipitare
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Dopo il venerdì e il lunedì nero, le Borse europee vedono il "rimbalzo". Lo tsunami finanziario innescato dai dazi americani produce un'altra giornata di "pazzia" sui mercati internazionali. Oggi da questa parte dell'Atlantico gli indici tornano a salire per la prima volta dopo tre giorni consecutivi di ribasso, una fragile ripresa sostenuta dalle speranze di negoziazioni tra Unione europea e Donald Trump. Secondo i future dei principali indici europei, che riflettono gli scambi prima dell'apertura del mercato, la Borsa di Parigi è salita del 2,09% negli scambi prima dell'apertura ufficiale del mercato, Londra del 2,01% e Francoforte del 2,12%.

La buona apertura non è un fuoco di paglia: a metà giornata, alle ore 13, pur aleggiando un clima di incertezza, a Francoforte il Dax avanza dello 1,66%, a Londra l'Ftse 100 sale dell'1,79%, a Parigi il Cac 40 guadagna l'1,46% e a Madrid l'Ibex 35 l'1,33%. Bene anche Milano dove a Piazza Affari l'Ftse Mib segna +1,50 per cento.

In Asia è Tokyo a guidare i rialzi. Su anche gli indici cinesi in Cina dove la banca centrale ha promesso prestiti per aiutare a stabilizzare il mercato, nonostante la Casa Bianca abbia minacciato Pechino: se non vengono subito ritirati i contro-dazi sulle esportazioni Usa, Washington porrà un altro 50% di rialzi sulle esportazioni cinesi. Il governo di Xi Jinping però si dice pronta "a combattere a oltranza". I messaggi del presidente americano però sembrano contrastanti: da un lato ha escluso una tregua sui dazi ma dall’altro ha lasciato la porta aperta ai negoziati. Così, anche l’Ue punta a trattare ma allo stesso tempo ha preparato una lista di contro-dazi. In questa girandola di notizie, domani scatteranno le nuove tariffe, a meno di ripensamenti dell’ultim’ora.

A dare qualche elemento di ottimismo ai mercati è anche il rialzo dei rendimenti dei Treasury, con il T-Bond tornato sopra il 4%. In recupero anche l’oro che torna sopra i 3mila dollari mentre spinge sull’acceleratore il bitcoin oltre i 79 dollari con un rialzo superiore al 6%. Sul valutario, l'euro guadagna mezzo punto percentuale e scambia a 1,097 dollari (da 1,0924 ieri in chiusura). La moneta unica vale anche 161,9 yen (da 161,11), mentre il rapporto dollaro/yen è a 147,5 (147,33). Vira in positivo il petrolio con il Wti che guadagna lo 0,95% a 61,3 dollari al barile e il Brent verso i 65 dollari (+0,9%). In calo il gas a 36,3 euro al megawattora (-1,4%).

In Asia, come detto, Tokyo si riprende (parzialmente) ma l'andamento è altalenante. Netto rimbalzo per Sydney e Hong Kong, mentre Taiwan ha continuato a precipitare e le piazze di Jakarta, Bangkok e Ho Chi Minh City hanno subito un crollo, subendo in ritardo gli effetti della guerra commerciale lanciata da Washington. A Tokyo il principale indice Nikkei è salito del 6,08% a 33.030 punti, riprendendo fiato dopo il crollo di quasi l'8% del giorno precedente. L'indice giapponese Topix è salito del 6,54%. A Seoul, l'indice Kospi ha guadagnato lo 0,70%. La Borsa di Sydney è salita dell'1,53%. Anche le borse cinesi hanno registrato un'impennata: l'indice Hang Seng della borsa di Hong Kong è salito del 2% a 20.222 punti, all'indomani di un crollo del 13,22%, il più forte dalla crisi finanziaria asiatica del 1997. L'indice composito di Shanghai è salito dello 0,3%, quello di Shenzhen dello 0,1%. 

Il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha annunciato lunedì di aver parlato al telefono con Trump per proseguire le discussioni sui dazi doganali statunitensi, che spera di modificare. Il ministro delle finanze americano, Scott Bessent, ha persino dichiarato al canale televisivo Fox News che "il Giappone avrebbe la priorità" nei prossimi colloqui con i partner commerciali degli Stati Uniti. Segno, tuttavia, di un persistente nervosismo, la valuta giapponese, considerata sicura, è salita ancora dello 0,3% a 147,48 yen per un dollaro, e l'oro, valore rifugio di fronte alle incertezze, ha guadagnato lo 0,46% a 2.997 dollari l'oncia.

Al contrario, la Borsa di Taiwan è ancora in calo, precipitando del 5,21%, dopo essere già crollata del 9,7% lunedì, il suo peggior calo dalla sua creazione nel 1967. Il gigante taiwanese dell'elettronica Foxconn è sceso martedì di un ulteriore 9,9% a metà giornata, e il colosso dei chip TSMC ha ceduto il 5%. Per Thailandia, Vietnam, Indonesia... crolli in forma di recupero. L'indice della Borsa di Thailandia (SET) è crollato di oltre il 4% martedì nelle prime contrattazioni, mentre la Borsa vietnamita di Ho Chi Minh-City è scesa di oltre il 5% all'apertura. Entrambe le piazze erano sfuggite, a causa di un giorno festivo, alle turbolenze di lunedì sui mercati asiatici, e accusavano il colpo: con i dazi doganali americani del 46% e del 36% che entreranno in vigore mercoledì, Vietnam e Thailandia sono tra i paesi più presi di mira da Trump. Lo stesso effetto di recupero si è verificato per la borsa di Jakarta, chiusa dal 28 marzo per la lunga vacanza di fine Ramadan: martedì, alla riapertura, ha perso il 9%, causando una breve sospensione delle contrattazioni. I prodotti indonesiani saranno colpiti da dazi americani del 32%.