Dazi, cosa accadrà nei prossimi giorni

Fed e Fiducia eviteranno una vera recessione. La globalizzazione è finita, l'economia forse
di Buddy Foxdomenica 6 aprile 2025
Dazi, cosa accadrà nei prossimi giorni
4' di lettura

Qualche giorno fa ho chiesto all’AI quali fossero le favole più famose al mondo, tra i risultati mi è venuta questa: «c’era una volta un uomo, che aveva belle case e belle ville, vasellame d’oro e d’argento, mobili ricamati...». Sembra il ritratto di Donald Trump, in realtà è Barbablù. Le favole selezionate dall’AI erano ben 10, se invece devo cercare le storie e le favole che circolano sui mercati, non ho bisogno di aiuti, la più famosa è sempre la stessa e si chiama: decoupling. In italiano si scrive «disaccoppiamento» ed è quella storia o speranza che narra delle borse europee che si emancipano staccandosi da Wall Street verso un destino di totale indipendenza. In pratica ci si illude che le borse europee possano salire anche senza il trascinamento di Wall Street, e nonostante le delusioni del passato, ogni volta che i mercati tornano a raccontarci la favola, noi ci crediamo! A Focus Economia l’autorevole programma di Radio24, Sebastiano Barisoni inneggia al differenziale che si sta creando (decoupling), ovviamente calcando il tono perché in Usa ora c’è Trump e la goduria è additare le colpe nel nuovo Presidente che sta facendo solo disastri.

Poi succede che l’incantesimo finisce, come in Cenerentola, la carrozza torna zucca e anche le borse europee tornano a essere quello che sono, senza il faro di Wall Street si perdono nella nebbia e finiscono tra gli artigli degli orsi. Si potrà pensare che in economia stia finendo la globalizzazione, ma non in finanza, e l’America, nonostante Trump, è ancora l’ombelico del mondo.

La settimana che si è chiusa registra forti cadute tra gli indici di Wall Street, ma è anche la settimana che vede il quasi azzeramento dei guadagni delle borse europee che fino a pochi giorni fa avevano superato le due cifre. Fortunatamente è arrivato il weekend, una pausa salutare, le borse si riposano, e anche i numeri smettono di precipitare, ora si può ragionare a mente fredda, gli economisti produrranno le stime sull’incidenza dei dazi, la politica cercherà di modellare le relazioni. Giorgetti ha già dichiarato «stiamo lavorando alla de-escalation con gli Usa» ben venga la saggezza. Mala finanza vuole risultati concreti e ha fame di rendimenti, in questo momento è come se una perturbazione avesse fatto breccia in un territorio in cui ci sono stati mesi di alta pressione, i rovesci saranno numerosi, la volatilità accesa, bisognerà farla sfogare ma al tempo stesso le istituzioni dovranno contenerla per evitare degenerazioni. 

C’è tantissima liquidità in circolazione e altrettanta leva, in più ci sono gli HFT, le macchinette del trading che amplificano i movimenti, se si rompono gli argini le cadute rovinose sono inevitabili, oltre certi limiti scattano gli allarmi che si chiamano margin call e gli operatori sono costretti a vendere. È importante conoscere i rendimenti raggiunti dai vari strumenti (vedere tabella) perché gli operatori inizialmente vendono dove c'è maggiore margine e dove c’è maggiore leva, poi si passa alla vendita indiscriminata, ed è quella l'ora dell’affare, perché comincia il panico e in quei momenti si getta il bambino con l'acqua sporca. Ieri sera con Wall Street ancora aperta, alla domanda «sei preoccupato che Microsoft possa fallire nei prossimi dieci anni?» un membro del panel di CNBC ha risposto «no, per questo compro». Domanda e risposta certificano l’assurdità e l’emotività del momento. Ciò che conta di più è la fiducia che deve rimanere sul mercato, se tutti battono in ritirata è grave, e le istituzioni devono rimanere credibili, la Fed in questi casi è molto più importante della politica, perché solo Fed e Fiducia possono evitare la recessione. C'è già chi sta immaginando uno scenario 2008, a me invece questa situazione ricorda più il 1998, quando le borse dopo un rialzo di molti mesi si schiantarono contro il rischio fallimento del LTCM (l’hedge fund dei premi Nobel) a cui si aggiunse il rischio impeachment del presidente Clinton. Le borse da +40%, in tre mesi crollarono a zero!

L’economia in quel periodo era in espansione (come ora), l’inflazione era sostenuta ma non preoccupante (come ora), i tassi erano su livelli neutrali (più o meno come ora) e i mercati stavano gonfiando la bolla internet, oggi stiamo gonfiando l’AI. Tutto si risolse con Hillary Clinton che salvò il marito e Alan Greenspan gran Maestro della Fed che salvò Ltcm e tagliando i tassi riportò in quota l’economia evitando la recessione. Oggi Powell e Trump hanno la stessa responsabilità, poi ci penseranno i titoli della Nuova Economia Digitale (AI, Bitcoin, Metaverso, Robotica) a riaccendere gli entusiasmi. La crisi parte da Wall Street e qui si deve risolvere, il resto sono favole.