
Pensioni regionali e minime a 1.000 euro: chi avrà il maxi-aumento nell'assegno

Le pensioni minime e quelle basse, dopo gli aumenti previsti dal governo potrebbero godere di un surplus erogato dagli enti territoriali. Si tratta di due casi importanti che cambiano un po’ il panorama della previdenza nazionale introducendo così le “pensioni regionali”.
Di cosa stiamo parlando? Per capirlo dobbiamo fare un salto nella provincia autonoma di Bolzano guidata da Arno Kompatscher. Qui, sul fronte pensioni, potrebbero arrivare parecchie novità: la minima verrà aumentata a 1.000 euro.
Si realizza dunque uno dei sogni storici del Cavaliere. A partire da quest’anno infatti dalle parti di Bolzano i pensionati con una minima di 611,77 euro vedranno lievitare il loro assegno di quasi 400 euro. Il provvedimento arriva nella Provincia italiana con il più alto costo della vita. L’ipotesi di incrementare il trattamento minimo era già stata ventilata qualche tempo fa. Adesso il progetto, avviato dalla Giunta comunale e dal Consiglio provinciale, è in dirittura di arrivo. La misura, secondo i calcoli, dovrebbe costare circa 150 milioni di euro. E l’integrazione alla minima è prevista per i prossimi tre anni, 2025, 2026 e 2027. Una media di 2.4000 euro netti l’anno in più sul cedolino per circa 17.000 pensionati.
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L’aumento, va ricordato, non spetterà solo ai percettori di pensione minima. Infatti tra coloro che potrebbero incassare l’assegno maggiorato ci sono anche i percettori degli assegni per invalidità civile come pure dell’Assegno sociale che è fissato al momento a 538,68 euro. Non finisce qui. Per mettere le mani sulla maggiorazione bisogna rispettare alcuni requisiti.
I REQUISITI DA RISPETTARE
Partiamo da quello anagrafico: per ottenere l’incremento l’età minima deve essere di 65 anni. Poi c’entra anche il reddito complessivo del nucleo familiare di cui fa parte il pensionato che non deve superare i 20.000 euro annuali. Poi c’è da tenere conto anche del requisito sulla residenza: bisogna avere una dimora stabile e senza interruzioni da 12 mesi nella Provincia di Bolzano. Per avere in tasca l’aumento non è necessario alcun passaggio burocratico. Serve solo la Dsu per l’Isee con un reddito che non supera, appunto, la soglia dei 20.000 euro. A questo punto si mette in macchina la cassa. La Provincia storna i fondi all’istituto nazionale di previdenza sociale che successivamente si prende carico dell’erogazione della pensione all'avente diritto.
IL MODELLO FEDRIGA
Ma le novità non finiscono a Bolzano. Anche in Friuli Venezia Giulia arriva un surplus sulla pensione. Grazie a un accordo ufficiale sancito nel messaggio n. 720 del 27 febbraio 2025 dall’Inps in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia, guidata da Massimiliano Fedriga, ecco che diversi pensionati riceveranno un bonus da 350 euro.
In questo caso il bonus, su base annuale, è riservato a chi risiede in Friuli Venezia Giulia e riceve pensioni di vecchiaia, invalidità, reversibilità o assegni sociali al di sotto della soglia stabilita.
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Per essere idoneo, un pensionato deve aver percepito meno di 598,61 euro nel 2024 e avere un Isee che non superi i 15.000 euro.
Un sostegno concreto per i pensionati più fragili e con difficoltà economiche evidenti. Anche in questo caso non serve alcuna domanda o passaggio burocratico: il sistema, infatti, poggia le sue basi su modelli simili, come quello utilizzato per la carta Dedicata a Te. Sarà direttamente l’istituto di previdenza sociale a stilare un elenco di beneficiari potenziali, inviarlo alla regione per agevolare il calcolo delle risorse e, a questo punto, gestire l’accredito del bonus di 350 euro in modalità one-time ai legittimi aventi diritto.
Il sussidio è stato introdotto per il triennio 2024-2026 in favore dei pensionati in difficoltà economica ed è esente dalle imposte sul reddito, configurando appunto un aiuto di tipo assistenziale. Infine ricordiamo che per ottenere il bonus il requisito imprescindibile è quello di essere titolari di una pensione erogata dall’Inps di vecchiaia, invalidità, ai superstiti, sociale oppure di assegno sociale o ancora di una pensione di inabilità per gli invalidi civili con importo pari o inferiore al trattamento minimo.
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