
Spread, sotto i 100 punti: è il minimo storico, altro record per Giorgia Meloni

Altro record per il governo Meloni: lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi è sceso sotto quota 100 punti per la prima volta dal settembre 2021. Il differenziale oggi ha aperto a 98 punti dai 107 della chiusura di ieri, con un rendimento che viaggia intorno al 3,6%. Lo spread è un indicatore importante perché rappresenta la differenza nei rendimenti di due strumenti finanziari e serve a misurare la percezione del rischio associato al debito sovrano italiano. Quello sullo spread è un ulteriore dato positivo dopo quelli arrivati nei giorni scorsi dall'Istat su Pil, deficit e boom occupazionale. Segno che un governo di destra non spaventa affatto i mercati come si dice a sinistra.
Nel frattempo, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha parlato della possibilità di rafforzare l’industria della difesa europea mobilitando quasi 800 miliardi di euro. Per di più, ha proposto di concedere agli Stati membri una maggiore flessibilità fiscale per gli investimenti nella difesa, insieme a 150 miliardi di euro in prestiti per sostenere queste iniziative. Sul fronte della politica monetaria, invece, si prevede che domani la Bce taglierà i costi d’indebitamento per la quinta volta. Tutto questo, insieme agli indicatori economici italiani, ha portato a una riduzione della “forbice” tra i tassi dei rendimenti sui titoli pubblici italiani e quelli tedeschi.
Per capire quanto sia buono il dato attuale, basta fare un confronto col 2018, quando durante il primo governo Conte lo spread aveva superato quota 300 punti dopo che l’Unione europea aveva bocciato la manovra finanziaria presentata dall'esecutivo gialloverde. Con il secondo governo guidato da Conte, invece, lo spread aveva superato quota 250 a marzo 2020, durante le prime fasi della pandemia di Covid. Il record dello spread in Italia si registrò invece tra l’autunno e l’inverno del 2011, dopo le dimissioni del quarto governo Berlusconi e l’entrata in carica del governo tecnico di Mario Monti. All’epoca lo spread superò i 500 punti base, avvicinandosi ai 600.
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