
Conto corrente, pioggia di euro: di quanto aumenta, effetto Bce in banca

Con l’aumento dei redditi e del potere d’acquisto torna finalmente a salire la liquidità sui conti correnti degli italiani, dopo due anni consecutivi di contrazione. Nel 2024 il saldo complessivo dei salvadanai di famiglie e imprese ha registrato un incremento di 19,8 miliardi, attestandosi a 1.363 miliardi.
Un dato che segna un'inversione di tendenza rispetto al biennio precedente, durante il quale l'erosione della liquidità era stata determinata dal forte rialzo dell'inflazione e dal conseguente aumento del costo della vita. A scattare la fotografia dei conti correnti degli italiani è la Fabi, la federazione autonoma bancari italiani, rielaborando le statistiche della Banca d'Italia.
L'aumento della liquidità sui conti correnti è un «segnale positivo, che conferma come le famiglie stiano gradualmente ricostituendo i propri risparmi dopo due anni difficili segnati dall'inflazione e dall'aumento del costo della vita», afferma Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi.
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Nel biennio 2021-2023, secondo l'analisi, le famiglie e le imprese hanno attinto abbondantemente alle proprie riserve per far fronte al caro-prezzi, con una riduzione della liquidità disponibile sui depositi bancari di 136,3 miliardi, rispetto al picco di 1.480 miliardi registrato nel 2021. Nonostante l'aumento della liquidità degli ultimi dodici mesi, i livelli restano comunque inferiori a quelli del 2021, con un divario di 116,5 miliardi. In ogni caso, c’è «una maggiore stabilità finanziaria ed una ritrovata capacità di accumulo, elementi fondamentali per sostenere i consumi e la crescita economica», aggiunge Sileoni, il quale richiama le banche ad un «cambio di passo, perché continuano a considerare i conti correnti esclusivamente come strumenti di pagamento, ignorando il loro ruolo essenziale anche come prima forma di risparmio». Ai clienti va «riconosciuta una remunerazione più equa, allineata all'andamento dei tassi di interesse».
Dalla radiografia completa di tutti i depositi bancari (più estesa rispetto ai soli conti correnti) emerge che la liquidità delle aziende è cresciuta di 14,2 miliardi (+3,4%), passando da 421,6 a 435,9 miliardi. Anche le imprese familiari hanno visto un lieve incremento dello 0,7%, con un aumento di 589 milioni, portandosi a 83,0 miliardi. Le famiglie, che rappresentano il principale detentore di liquidità nel sistema bancario, hanno aumentato i depositi di 12,3 miliardi (+1,1%), arrivando a 1.141 miliardi. Tra gli altri soggetti economici, le onlus hanno registrato un incremento della liquidità del 2,5%, con un aumento di 892 milioni, raggiungendo i 36,4 miliardi. Gli enti di previdenza, che comprendono istituti pensionistici e previdenziali, hanno incrementato le proprie riserve di 1,7 miliardi, arrivando a 25,8 miliardi. Mentre il settore delle assicurazioni ha evidenziato la crescita più marcata, con un incremento del 13,9% a 15,4 miliardi.
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Anche i fondi pensione hanno registrato un aumento del 10,5%, a 7,3 miliardi. Un dato in controtendenza è quello relativo ai fondi di investimento, che hanno registrato una riduzione di 13,4 miliardi.
Allo stesso tempo, il taglio dei tassi della Bce, che giovedì dovrebbe sforbiciare ancora da 2,75 a 2,50%, ha fatto ripartire i mutui: negli ultimi 7 mesi del 2024 i prestiti per la casa sono aumentati di 5,3 miliardi, in crescita dell'1,3% dai 420,8 miliardi di maggio ai 426,1 miliardi di dicembre. L'effetto Bce misurato da fine 2021, però, ha provocato una pesante contrazione del credito. A soffrire di più le imprese, con i prestiti scesi di 64,2 miliardi. Il credito ai privati ha invece visto una contrazione di 60 miliardi.
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