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Banche, la febbre del risiko: lanciate sei offerte, cambia la finanza italiana

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Benedetta Vitetta
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Anche nella settimana che sta per iniziare al centro della scena ci sarà il consolidamento bancario che - partito a fine settembre col tentativo di scalata di Unicredit alla tedesca Commerzbank (attualmente l’istituto di Piazza Gae Aulenti possiede una partecipazione “potenziale” di circa il 28% del capitale tra una quota del 9,5% detenuta direttamente e un altro 18,5% ottenuto con i derivati, ndr) - da mesi ha ormai coinvolto un bel gruppo di istituti di credito. 

Dall’Ops di Piazza Gae Aulenti sul Banco Bpm che vale 10,1 miliardi. Un progetto ideato per aumentare la forza di Unicredit nel Nord Italia che, se riuscisse, creerebbe il terzo gruppo europeo per capitalizzazione. Ma la mossa del top manager Orcel ha agitato non poco il mondo politico. Dal momento che Siena si era già mossa su Bpm acquisendone il 5% delle quote nell’ultima tranche ceduta dal Tesoro, una partecipazione che arriverebbe fino al 9% se si considera il pacchetto in mano ad Anima Holding. Un disegno che ambiva a creare il terzo polo bancario del Paese alle spalle di Intesa e Unicredit. E che ha scombinato non solo i piani dei vertici di Piazza Meda, che aveva al suo fianco pure gli azionisti privati Delfin e Caltagirone (entrambi con quote in Mediobanca e Generali il cui vero intento è mettere le mani sul prezioso bottino del Leone) ma anche quelli dell’esecutivo che possiede ancora l’11,7% di Siena. C’è stata poi inattesa l’Ops da 13,3 miliardi del Monte dei Paschi su Mediobanca, l’Opa da 1,6 miliardi di Bpm su Anima Holding, l’Ops da 300 milioni di Banca Ifis su Illimity, per finire all’ultimo capitolo (per ora) - annunciato giovedì sera - dell’Ops di Bper sul Banco Popolare di Sondrio per 4,3 miliardi di euro.

Un risiko che oggi vale circa 30 miliardi ma che potrebbe arrivare a raggiungere i 50 miliardi nel caso in cui andasse in porto pure la scalata di Andrea Orcel sul colosso teutonico, Commerzbank. E se nella settimana entrante non ci dovrebbero essere grandi novità a meno di colpi di scena della ultim’ora, sarà fondamentale seguire i risultati del bilancio 2024 che martedì saranno diffusi dai vertici di Bpm (che annuncerà pure il piano strategico) e Mediobanca, mentre giovedì sarà la volta di Unicredit. Nei prossimi giorni poi si riunirà pure il cda della Pop Sondrio per esaminare la proposta Bper.

 

Intanto, su questo fronte, Bper ha già incassato il primo sì, quello più pesante, del primo azionista di Popolare Sondrio. Carlo Cimbri, presidente di Unipol che detiene il 19,7% della banca valtellinese, commentando l’Ops lanciata dalla popolare, guidata da Gianni Franco Papa, ha detto che si tratta di «un matrimonio naturale». Il gruppo assicurativo, azionista con poco meno del 20% anche di Bper, già un anno fa si era trovato a dover difendere le sue partecipate dalle avances delle banche d’affari che cercavano di posizionarsi nel risiko bancario ancora in fase embrionale.

L’unica banca che ha deciso di restare alla finestra è Intesa Sanpaolo, il cui ad - Carlo Messina - giorni fa ha detto di «voler essere lontani dalla confusione che c’è sul mercato. Un caos tale» ha aggiunto il ceo, «che io stesso faccio fatica a mettere insieme tutti i pezzi». Infine per aver “dritte” interessanti sui dossier legati al risiko consigliamo di seguire, il 14 e il 15 febbraio, il 31esimo Congresso Assiom Forex di Torino a cui parteciperanno tutti i manager dei principali istituti bancari.

 

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