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La Cgil: "Modificata l'età pensionabile, si va via più tardi". L'ultima balla: ecco la verità

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Dopo l'attacco scomposto del Pd con Arturo Scotto che ha accusato Giorgia Meloni di tagliare le pensioni del 2 per cento scambiando l'adeguamento die coefficienti di tarsformazione come una scelta dell'esecutivo, ecco che arriva una nuova balla sulle pensioni. E questa volta a metterla sul campo è la Cigl: "Esprimiamo profonda preoccupazione per la recente modifica unilaterale dei requisiti pensionistici operata dall’Inps sui propri applicativi, senza alcuna comunicazione ufficiale da parte dei Ministeri competenti e in totale assenza di trasparenza istituzionale", si legge in una nota della segretaria confederale della Cgil, Lara Ghiglione. Secondo quanto evidenzia il responsabile dell’Ufficio Politiche previdenziali della Cgil, Ezio Cigna: “Risulta infatti che l’Inps abbia aggiornato i criteri di calcolo delle pensioni, introducendo un aumento dei requisiti di accesso: dal 2027 per accedere alla pensione anticipata saranno necessari 43 anni e 1 mese di contributi; mentre dal 2029 il requisito aumenterà ulteriormente a 43 anni e 3 mesi”.

“Anche per la pensione di vecchiaia - sottolinea Cigna - si registrano incrementi, con l’età minima che passerà a 67 anni e 3 mesi nel 2027 e a 67 anni e 5 mesi nel 2029”. Apriti cielo. Ecco, l'Inps e il governo ci faranno andare in pensione più tardi. Ma le cose stanno davvero così? No. E ve lo spieghiamo. Una cosa analoga è già accaduta qualche tempo fa quando il simulatore dell'Inps "Pensami" aveva cambiato i parametri per il pensionamento. In quel caso, a giugno scorso come aveva sottolineato Itinerariprevidenziali.it, l’Istituto aveva "aggiornato gli adeguamenti agli incrementi alla speranza di vita dei requisiti pensionistici sulla base dello scenario demografico Istat mediano (base 2022) ripreso nella Nota di Aggiornamento al Rapporto n. 24 “Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario” elaborato dalla Ragioneria Generale dello Stato e pubblicato a dicembre 2023".

 

 

 E ora? Cosa è successo? Nulla. Infatti è da ottobre che l'Istat ha comunicato le nuove previsioni demografiche per il Paese per i prossimi anni. "Rispetto agli attuali 67 anni si passerebbe a 67 anni e tre mesi dal 2027. Poi a 67 anni e sei mesi nel 2029 e 67 anni e 9 mesi nel 2031. Per arrivare a 69 anni e nove mesi nel 2051", aveva fatto sapere l'istituto a ottobre 2024. Insomma una non novità. Si tratta di stime e al momento non c'è alcuna comunicazione ufficiale che modifica l'età pensionabile. Ergo come al solito tanto rumore per nulla. E magari anche un pizzico di propaganda firmata Cgil. È bastato attendere qualche ora per registrare la sonora smentita dell'Inps. L’Istituto infatti smentisce l’applicazione di nuovi requisiti pensionistici. L’Inps "garantisce che le certificazioni saranno redatte in base alle tabelle attualmente pubblicate". Caso chiuso.

 

 

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