Borsa, ecco perché è il mese di gennaio ad indicare la rotta: che cosa ci aspetta
"Je suis Charlie”, ricordate lo slogan? La mattina del 7 gennaio 2015 a Parigi un gruppo di jihadisti dà l’assalto alla redazione di Charlie Hebdo e compie una strage. La Francia, l’Europa e il mondo occidentale sono sconvolti. La società civile comincia a prendere strade diverse con divaricazioni pronunciate, c’è chi sta con Macron e l’Europa unita e chi, invece, trova in Michel Houellebecq una nuova icona, ma tutti, anche lo scrittore, in quel giorno hanno esclamato: “je suis Charlie!”. Anche la Borsa che dopo un’iniziale spavento che sui mercati si traduce in vendite, quasi con un motto d’orgoglio, ha invertito il senso di marcia, tanto che il Cac40 (l’indice di Parigi) mette insieme due settimane di forte rialzo. Il mese di gennaio si conclude con un risultato confortante: da un iniziale -4% si chiude con un roboante +8%.
Il 2015 è salvo! Gli investitori devono aver tirato un sospiro di sollievo perché il primo mese dell'anno è una sorta di barometro per inquadrare il sentiment dell’anno, se si chiude bene, dice la statistica, l’annata sarà buona. Ma ancor più importanti sono i primi 3 giorni di gennaio, secondo le sacre scritture della finanza, basta vedere le prime 3 sedute dell’anno per capire quale sarà il tono della musica. Se tutto questo ha un senso e se dobbiamo credere alle statistiche, il 2025 per come è cominciato si prospetta come un bel casino, o sarebbe meglio dire molto enigmatico.
L’Europa sale a macchia di leopardo, gli Usa scendono a macchia di leopardo, e l’Asia è rossa a tinta unita. Sono stranezze che non dovrebbero sorprendere chi sta sui mercati da anni, ciò che colpisce sono le ipotetiche motivazioni: la Germania il paese economicamente e politicamente più debole ha la Borsa più forte, mentre il Nasdaq, l’indice economicamente e politicamente più forte, vive una fase di preoccupanti vendite. Il titolo Nvidia, protagonista al CES di Las Vegas con le ultime novità e con l’entusiasmo di Jensen Huang sempre più una rockstar, dopo aver toccato i massimi assoluti a 153$, subisce una forte ondata di vendite e dal +3% chiude la seduta del 7 gennaio a -6%. Siamo fuori dalle prime 3 sedute dell’anno, ma siamo sempre a gennaio e non è un bel segnale. A questo s’aggiungono i primi attacchi di Trump II, il Maverick della politica è già pronto a fare il suo gioco e i mercati che il 6 novembre avevano per questo festeggiato, ora che il Tycoon sta riprendendo il potere si mostrano più prudenti. Sebastiano Barisoni da Radio24 dice che dobbiamo abituarci a questa imprevedibilità del leader che inevitabilmente influenzerà i mercati. Probabile dopo due annidi rialzi costanti, anche perché rispetto a otto anni fa, oggi si aggiunge la carta Musk. Nel 2015 il Cac40 chiuderà l’anno con un +8%, il rialzo accumulato nel solo mese di gennaio, il secondo semestre sarà molto deludente. Dieci anni dopo le premesse non sono per nulla buone, quanto fatto da Macron a giugno 2024, per i mercati, è molto peggio della tragedia a Charlie Hebdo.
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