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Auto, effetto-Cuba in Italia: a cosa ci stanno condannando le follie della Ue

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Benedetta Vitetta
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La sciagurata decisione presa dalla Ue nel 2019 che ha imposto la transizione verso l’elettrico del sistema automotive e il divieto di vendita di vetture endotermiche nuove a partire dal 2035 è stata» davvero mortifera «per l’intero settore dell’auto sia in Italia sia negli altri Stati Ue». E non è quinfdi un caso che con i dati di dicembre, il comparto dell’auto di casa nostra quest’anno vedrà poco meno di 1,6 milioni di immatricolazioni. «Si tratta di numeri che, ancora una volta, confermano l’implosione del mercato» ha spiegato ieri Confcommercio Mobilità con Federmotorizzazione in una nota, «un calo causato soprattutto dalle scelte decise dai piani alti della Ue.

Ossia bando termico, solo elettrico, multe alle Case troppo inquinanti. Immatricolazioni delle vetture elettriche pure (Bev): 65.000 (il 4% del mercato), in lieve calo rispetto al 2023, nonostante gli incentivi alla domanda; anche negli altri Paesi Ue la penetrazione delle vetture a batteria è lontana dagli obiettivi». «Le decisioni approvate dalla Ue» ha sottolineato Simonpaolo Buongiardino, presidente di Confcommercio Mobilità e Federmotorizzazione, «hanno portato a un collasso della produzione automobilistica europea. Visto che le vetture elettriche costano almeno il 30% in più rispetto a quelle tradizionali.

In più con questa transizione l’Ue ha scavato un solco tra i cittadini ricchi e quelli meno abbienti, lasciando inoltre un enorme vantaggio competitivo alla Cina nel segmento delle vetture endotermiche economiche. La sostenibilità non può essere solamente ambientale, ma, contemporaneamente deve essere sociale ed anche economica». Se guardiamo i dati Acea tra il novembre 2023 e il novembre di quest’anno si vede quali sono le case automobilistiche che hanno ridotto le immatricolazioni in Ue: il colosso francoitaliano Stellantis ha perso il 10,1%, segno meno anche davanti a Bmw (-6,5%), poco sotto lo zero Mercedes Benz (-0,6%), mentre Volkswagen e Renault sono cresciute sul fronte immatricolazioni rispettivamente del 4,1 e dell’8,3%. Segni opposti per le asiatiche con da un lato Toyota (+17,3%) mentre Hunday ha lasciato sul terreno il 13,4%. Pollice verso, infine, anche per Tesla che negli ultimi 12 mesi ha perso il 40 per cento.

A questo punto «serve invertire la rotta, confidiamo nell’Alleanza delle 36 regioni Ue dell’Automotive- la Lombardia ne assume con il nuovo anno la presidenza- perché si avvii un percorso di dialogo comune e di revisione delle decisioni Ue» ha aggiunto Buongiardino precisando che «Confcommercio Mobilità con Federmotorizzazione è stata da subito l’unica voce fortemente critica: la decarbonizzazione, infatti, deve essere raggiunta con un mix di soluzioni, in funzione delle modalità di utilizzo dell’auto, a cominciare dai biocarburanti, e, grazie allo sviluppo tecnologico, dall’idrogeno. Non sconfessando l’obiettivo, ma interpretandolo sotto il concetto di neutralità tecnologica, ovvero con la ricerca di ogni possibile modalità di trazione e di carburante, che ottenga lo scopo».

Se non si procederà su questa strada, il rischio sarà «di assistere al declino finale dell’economia automotive europea dando vita al cosiddetto “effetto Cuba”» ha affermato il presidente di Confcommercio Mobilità e Federmotorizzazione. Un effetto che provocare tre rischi tremendi per un Paese già oggi pieno di auto particolarmente vecchie. Il primo è aver meno sicurezza stradale; il secondo è che i prezzi dell’Rc auto saranno più cari per via di un maggior numeri di incidenti. Infine il terzo rischio riguarda produrre maggior inquinamento dovuto all’invecchiamento del parco auto circolante.

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