Cerca
Cerca
+

Manovra da 28 miliardi, via libera alla Camera: taglio delle tasse e fondi ai territori, tutti i numeri

Michele Zaccardi
  • a
  • a
  • a

Dal taglio delle tasse in busta paga per oltre 14 milioni di lavoratori all’Ires premiale per le imprese, dal bonus bebé al bonus elettrodomestici: la Manovra da circa 28 miliardi arriva al traguardo alla Camera, con molte micro-norme e diversi dietrofront rispetto alle proposte del governo, dalla imposta sulle criptovalute ai revisori del ministero dell’Economia nelle aziende che ricevono contributi pubblici.

Ora il testo passerà al Senato per il via libera finale previsto per il 28 dicembre. Poco più di una formalità. In serata, dopo l’ok alla fiducia della mattina, il provvedimento è stato approvato con 204 voti a favore e 110 contrari.

Dopo il via libera dei 300 emendamenti in Commissione Bilancio nella notte tra mercoledì e venerdì, è emerso un tesoretto di 100 milioni per il 2025 e altrettanti per il 2026. Un avanzo inedito frutto di coperture superiori alle spese. Il governo dovrà decidere se usare quei soldi per migliorare i saldi (riducendo il deficit) oppure destinarli al “Conto di controllo”, da cui attingere nel corso dell’anno.

Gli interventi su cui il governo ha deciso di concentrate gli sforzi sono la conferma del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 40mila euro (che viene reso strutturale e non più da rinnovare anno per anno) a beneficio di 14,3 milioni di lavoratori, e il passaggio a tre aliquote dell’Irpef con l’accorpamento dei primi due scaglioni. Interventi che pesano per circa 18 miliardi, i due terzi del valore complessivo della manovra.

Oltre al ricorso al deficit per 8,2 miliardi, le coperture sono state reperite attraverso un sostazioso taglio alle spese dei ministeri (2,6 miliardi) e un prelievo a carico di banche e assicurazioni (3,5 miliardi).

Sul fronte del sostegno alle famiglie, la manovra potenziate le misure sui congedi parentali, introduce la “Carta per i nuovi nati” che riconosce 1.000 euro ai genitori con Isee entro i 40mila euro e rafforza il bonus asili nido. Vengono poi confermati gli incentivi finalizzati all’occupazione dei giovani e delle donne nel Mezzogiorno e la decontribuzione in favore delle imprese della Zes unica del Sud Italia, con una dote di 2,2 miliardi. Viene introdotta inoltre l’Ires premiale: uno sconto di 4 punti all’imposta (che scende dal 24 al 20%) per le imprese che assumono e investono. Con le modifiche approvate in Commissione è stata poi introdotta la possibilità di un anticipo pensionistico a 64 anni cumulando la previdenza obbligatoria e quella complementare. Durante l’esame parlamentare sono saltati l’aumento delle imposte sulle criptovalute (l’aliquota rimane al 26% nel 2025 e sale al 33% nel 2026, contro il rialzo al 42% inizialmente previsto) e la presenza di revisori del Mef nelle società che ricevono contributi pubblici.

Nella seduta dell’Aula la maggioranza ha messo nero su bianco negli ordini del giorno richieste sullo stanziamento di 102 milioni in tre anni per misure in favore dei territori in vari ambiti, dalle infrastrutture allo sport, dalla scuola al patrimonio storico e artistico locale. «L’Italia torna a essere rispettata come seria e responsabile», ha commentato in serata Giancarlo Giorgetti.

Dai blog