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Italia azzoppata: il caso Stellantis frena la crescita

giovedì 12 dicembre 2024

1' di lettura

«Credo che John Elkann abbia una grande occasione, dimostrare di voler bene al Paese», ha detto ieri il capo di Confindustria, Emanuele Orsini. Non è una frase ad effetto, buttata lì per fare un po’ di teatro. È un dato di fatto. La crisi di Stellantis non è, infatti, una cosa che attiene solo ai rapporti tra il governo e gli eredi dell’avvocato Agnelli, all’impietoso confronto tra la desertificazione delle fabbriche e i dividendi della capogruppo Exor, non ha a che fare solo con le tensioni tra il centrodestra e l’editore dei due quotidiani che da due anni bombardano tutti i giorni l’esecutivo, e neanche riguarda solo la necessità di correggere la rotta di un green deal ideologico che sta creando serissimi problemi all’economia europea.

No. La crisi di Stellantis riguarda principalmente l’Italia e il suo futuro prossimo, che ruota intorno alla ripartenza dell’industria, che da 21 mesi snocciola dati tendenziali col segno meno davanti. Certo, ci sono difficoltà nella siderurgia, nel tessile, nell’abbigliamento, ma è l’automotive che sta affossando la manifattura italiana e che sta zavorrando il pil, finora tenuto a galla dai servizi. Per avere un’idea di quello che sta succedendo basta dare un’occhiata agli ultimi dati che arrivano dalle imprese (...)

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