Auto europea al collasso: migliaia di posti di lavoro a rischio per la transizione green
L’ultimo annuncio risale a mercoledì, quando Stellantis ha fatto sapere che chiuderà il sito produttivo di Luton, in Inghilterra. I posti a rischio sono 1.100. Ma la crisi dell’automotive riguarda tutta Europa. Secondo il quotidiano economico francese Les Echos, Stellantis ha rivisto al ribasso del 20% le previsioni di produzione per i suoi siti francesi per l’anno in corso: verranno sfornati solo 605.000 veicoli contro i 766mila previsti alla fine del 2023. Ma gli allarmi si moltiplicano, soprattutto in Germania.
Giovedì scorso Ford ha comunicato di voler tagliare 4 mila posti di lavoro in Europa entro il 2027. Gli esuberi riguarderanno in particolare la Germania (2.900) e il Regno Unito (800) mentre altri 300 posti saranno tagliati in altri Paesi Ue. «L’azienda ha subito perdite significative negli ultimi anni e la transizione dell’industria verso i veicoli elettrici e la nuova concorrenza è stata molto dannosa», ha spiegato il gruppo in una nota. Ma è Volkswagen a trovarsi nella situazione più critica. E non a caso è anche la casa automobilistica che ha annunciato la dieta dimagrante più drastica. Il gruppo tedesco prevede infatti di chiudere tre stabilimenti in Germania, una riduzione del 10% degli stipendi e un numero ancora imprecisato di esuberi, che però sarebbero non meno di 15 mila. L’obiettivo è quello di risparmiare circa 17 miliardi di euro. Il fatto è che i costi per la manodopera in Volkswagen sono piuttosto elevati: benché siano scesi in tre anni (tra il 2020 e il 2023) dal 18,2% al 15,4% dei ricavi, restano molto più alti dei principali competitors, come Bmw, Mercedes e Stellantis, che l’anno scorso hanno speso per il personale tra il 9,5% e l’11% del fatturato (...)