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Bpm, si sta valutando l'Ops "ostile" di Unicredit: ecco cosa può cambiare

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Nella sede milanese del Banco Bpm si sta valutando l'Ops, l'offerta pubblica di scambio non concordata lanciata da Unicredit. Sul tavolo la proposta confezionata dal ceo di Unicredit, Andrea Orcel. Ossia uno scambio di azioni. Unicredit, infatti, ha proposto agli azionisti di Banco Bpm le proprie azioni a un prezzo implicito di circa 6,66 euro. Ma alla chiusura in Piazza Affari di lunedì 25 novembre - giorno della presentazione dell’offerta - Banco Bpm valeva 7 euro (il 5 per cento in più rispetto alla seduta precedente, quella di venerdì 22 novembre). Motivo per cui il gruppo bancario di Giuseppe Castagna dovrà decidere se ritiene il prezzo congruo e dare una risposta.

Dalle prime indiscrezioni riportate dal Corriere della Sera, il consigliere Mauro Paoloni, già vicepresidente del Banco Bpm, ha confermato con un perentorio "sì" la natura ostile dell'offerta. Ecco allora che alla fine della riunione del cda, sarà diffuso un comunicato che fornirà una prima risposta da parte di Banco Bpm. In caso di esito positivo, Unicredit prevede che l'esecuzione dell'offerta di scambio sarà portata a termine entro giugno 2025. Il tutto avverrà con la piena integrazione entro i 12 mesi successivi e con la maggior parte delle sinergie realizzate entro 24 mesi. Con l'aggregazione verrà rafforzata quella che sarebbe la terza banca europea per capitalizzazione di mercato.

Intanto l'agenzia di rating S&P analizza l'offerta pubblica di scambio e non esclude una partita al rialzo o delle controofferte in arrivo. "Il tasso di cambio proposto implica un prezzo dell'azione solo marginalmente superiore al prezzo di chiusura alla fine della scorsa settimana, non possiamo escludere una modifica dei termini dell'operazione per renderla più attraente o che altre parti mostrino interesse per Bpm" fanno sapere gli analisti promettendo di seguire gli sviluppi della vicenda.

 

 

Meno ottimista Giancarlo Giorgetti. Nel giorno dell'offerta il ministro dell'Economia ha ricordato che l'Ops è stata "comunicata ma non concordata con il governo. Anche perché come noto esiste la golden power, il governo farà le sue valutazioni, e valuterà attentamente quando Unicredit invierà la sua proposta per le autorizzazioni del caso". Insomma, il governo potrebbe limitare l'operazione in quanto potrebbero portare in mani straniere attività strategiche.

 

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