L'irruenza del manager rischia di vanificare il salvataggio di Mps
Berlino, Roma, Milano, Siena. Andrea Orcel, forte della sua robustissima dote di liquidità, ha deciso di giocare a tutto campo fregandosene di pestare qualche piede. Evviva, potrebbe dire qualcuno. Una volta c’erano le cosiddette banche di sistema. Quelle che si dedicavano, disinteressatamente, per carità, al sostegno del Paese. Quelle i cui manager passavano le giornate a fare la spola tra Palazzo Koch e Palazzo Chigi per capire come potevano aiutare e come poter essere aiutati. Meccanismo che ha fatto il suo tempo e provocato i suoi danni. Così come non è da rimpiangere l’epoca in cui finanzieri spregiudicati e rampanti bussavano alle sedi di partito o a quelle di Bankitalia per assaltare istituti di credito senza avere le spalle abbastanza larghe né, a volte, la testa ben piazzata al centro di esse. Di sicuro molto meglio il mercato. Regole chiare definite dalle autorità e libertà di competizione tra chi ha i muscoli più in forma o lo sguardo più lungo. (...)