Pensioni, a dicembre assegni più ricchi: dai conguagli agli extra-bonus, i cedolini interessati
Il 2 dicembre sarà una data ghiotta per milioni di pensionati. Infatti arrivano i nuovi accrediti con parecchie novità sull’ultimo rateo di questo 2024. Cominciamo dalla quattordicesima che arriverà insieme al cedolino del prossimo mese. I requisiti sono chiari: spetta a tutti coloro che non l’hanno ricevuta a luglio e che abbiano perfezionato i requisiti dal 1° agosto 2024 (per le pensioni gestite nei sistemi integrati) o dal 1° luglio 2024 (per le pensioni gestite nei sistemi della Gestione pubblica) al 31 dicembre 2024.
Nel dettaglio il pagamento avrà come destinatari tutti i pensionati con un reddito entro i 15.563,86 euro annui (per il 2024), titolari di pensione nel corso del 2024 e 64 anni di età al 31 luglio 2024 (al 30 giugno per le pensioni della Gestione pubblica). L’importo va dai 336 euro per chi ha trai 15 e i 18 anni di contributi e un reddito tra 1,5 e due volte il trattamento minimo ai 655 euro per chi ha accumulato almeno 25 anni di contributi e un reddito inferiore a 1,5 volte il trattamento minimo (11.823,90 euro).
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IL BONUS EXTRA
Ma oltre alla tredicesima arriverà anche un bonus extra di 154,94 euro. Infatti secondo le stime dell’Istituto nazionale di previdenza sociale (Inps) più di 400mila pensionati con redditi bassi riceveranno un’integrazione alla pensione che verrà inclusa automaticamente nella rata mensile. Di fatto bisogna controllare l’importo dell’ultimo assegno per confrontarlo con quello di dicembre e verificare l’accredito della cifra aggiuntiva. Ma attenzione a un dettaglio da non sottovalutare: l’importo previsto dall’art. 70, comma 7, della legge n. 388/2000, è esente da imposte e sarà erogata in automatico in via provvisoria. Il calcolo della somma verrà fatto sulla base della pensione attuale e dell’ultimo reddito disponibile nei registri Inps, che non dev’essere antecedente al 2020. Ma chi potrà avere questo incremento?
L’importo aggiuntivo di 154 euro è previsto per i titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico dell’Assicurazione generale obbligatoria e delle forme sostitutive, di fatto coloro che percepiscono diversi assegni erogati dall’Inps, inclusi lavoratori dipendenti, autonomi e dipendenti pubblici, oltre agli iscritti alle casse professionali.
Sono esclusi dal bonus tutti i i beneficiari di assegni di esodo Fornero (isopensione), di assegni dl contratto di espansione, di assegni straordinari di solidarietà finanziati dai fondi settoriali,di indennizzi per i commercianti oppure accrediti per le prestazioni di invalidità civile, assegni sociali, pensioni sociali e Ape sociale.
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L’AGOGNATA TREDICESIMA
Di fatto nello specifico, tale somma spetta ai pensionati con una pensione individuale entro i 7.781,93 euro annui e che rispettano questi limiti di reddito: reddito individuale: 11.672,90 euro annui; reddito coniugale: 23.345,79 euro annui. Poi, ovviamente c’è la tredicesima. Ad attendere la tredicesima mensilità sono circa 16 milioni di pensionati. E stiamo parlando dunque di poco meno della metà della platea totale che include anche i lavoratori dipendenti. Il valore medio è di circa 1.170 euro, per un costo complessivo di 41 miliardi di euro. L’importo della tredicesima è calcolato sulla base della pensione mensile lorda e può variare per effetto di trattenute fiscali, come l'Irpef che a dicembre si fa sentire parecchio. Per visualizzare l’esatto importo della tredicesima prima dell’accredito, sul portale Inps e nella propria pagina personale va scaricato il modello “Obis”.
In alcuni casi è possibile visualizzare l’importo netto che, va detto, non coincide con una mensilità. Infatti chi ha un debito col Fisco, legato ad esempio alla dichiarazione dei redditi, dovrà saldarlo con una trattenuta automatica.
L’Irpef ordinaria infatti potrebbe generare eventuali conguagli a credito o a debito. Il cedolino conterà eventuali rimborsi 730 che sono stati erogati in ritardo.
Ricordiamo, poi, che come da calendario per il ritiro in contanti è necessario rispettare l’ordine alfabetico: A – B lunedì 2 dicembre 2024; C – D martedì 3 dicembre 2024; E – K mercoledì 4 dicembre 2024; L – O giovedì 5 dicembre 2024; P – R venerdì 6 dicembre 2024; S – Z sabato (solo mattina) 7 dicembre 2024.
LA RIVALUTAZIONE DI GENNAIO
Infine, dopo dicembre, occhi puntati sul 1 gennaio quando scatterà la nuova rivalutazione degli assegni, sia per i trattamenti minimi che per tutti gli altri: per le pensioni fino a 4 volte il minimo Inps (2.100 euro lordi) la rivalutazione è al 100% con aumento dell’1,6% (33 euro per la soglia massima); per le pensioni tra 4 e 5 volte il minimo (tra 2.100 e 2.600 euro lordi) l’aumento sarà il 90% dell’1,6%, quindi l’1,44% dell’assegno (37 euro per la soglia massima); per le pensioni oltre 5 volte il minimo (2.600 euro lordi) l’aumento sarà il 75% dell’1,6%, ossia l’1,2% (31 euro per la soglia minima). Inoltre, nel 2025, le pensioni minime avranno un aumento del 2,2%, raggiungendo una cifra mensile di 617,9 euro. Il governo dunque ha riconfermato una rivalutazione extra per gli assegni più bassi già in vigore nell’anno in corso.